Argomento di discussione: Percorsi di fede |
05.02.2012 20:02 - Pastore Jens Hansen risponde: |
Cara infermiera, rispondo alla tua con delle indicazioni pratiche che vogliono darti un'idea di come procedere. Innanzitutto potresti leggerti i documenti sul sito e approfondire con dei libri che trovi per esempio nella casa editrice Claudiana (www.claudiana.it). In secondo luogo conviene cercare una chiesa nelle tue vicinanze e iniziare a frequentarla. Se tutto ciò ti conferma nella tua volontà di appartenere alla nostra chiesa e di voler condividere un percorso di fede e di testimonianza con noi, dovresti fare un corso di approfondimento con il/la pastore/a della chiesa. Alla fine puoi chiedere l'ammissione in chiesa e sei un membro della nostra chiesa. |
21.01.2012 13:01 - infermiera ha scritto: |
per diventare valdese essere cristiano ma non più cattolico quale percorso per giungere l'obiettivo grazie |
10.01.2012 12:01 - Pastore Jens Hansen risponde: |
Cara lilybeth1981, dopo aver letto e riletto le tre intense parti del tuo intervento, eccomi qui per iniziare un percorso con te, per cominciare un cammino, per fare sì che ci possiamo confrontare sulle tue domande. Sei stata molto aperta e molto sincera, fra le righe vedo tanta rabbia ma anche una donna che ha un grande desiderio: essere accettata, accolta, perdonata. Ed è a questa donna che rivolgo il mio primo intervento. Inizio proprio dalla fine delle tue parole, con la domanda che fai: 'Chi vuole accogliere una come me?' e la metto insieme al tema che hai voluto dare alle tre parti: 'di quale chiesa posso essere figlia?' Faccio questo inizio per condurti verso un nuovo orizzonte o meglio una base diversa per le tue domande, non chi vuole accogliere e di quale chiesa posso essere figlia, ma guardando a Dio di cui sei già figlia. Per fare ciò, permettimi di citare qualche rigo di un teologo tedesco che stimo molto, sono parole che egli ha scritto per la festa del Natale: il racconto di Natale afferma che 'nell'oscurità illuminata solo dalle stelle il Signore viene nel nostro mondo. Così dev'essere. Perché altrimenti egli non potrebbe mai comprendere ciò che più tardi lascerà trasparire da tutto il suo messaggio, ossia quanto la notte, le tenebre e la mancanza di prospettive possano perseguitarci. Più tardi egli chiederà perdono al Padre suo per tutto ciò che noi facciamo come nell'ottenebramento del nostro spirito, inconsapevolmente e sempre come disperati, spesso desiderando il meglio eppure incapaci di vedere chiaramente. … Egli avrà compassione per tutti i momenti in cui non abbiamo alcuna prospettiva e non vediamo via d'uscita, per tutte le volte che non conosciamo più noi stessi e non ci orientiamo più nel nostro stesso cuore. Proprio quando non sentiamo e non comprendiamo più nulla di umano, egli dice che nel mezzo della notte, nell'incomprensibile, Dio prende forma umana.' Più in avanti il teologo continua: 'Faceva freddo, dice la leggenda del Natale, e ha ragione, perché altrimenti il nostro redentore non avrebbe verso il gelo del nostro cuore la comprensione di cui abbiamo bisogno per contrapporre pur sempre alla solitudine, al vento pungente, alla privazione della bontà che riscalda, al raggelarsi di ogni parola di dolcezza la fiducia, la delicatezza e la bontà.' Dio viene nel mondo, nelle nostre lacerazioni, nell'universo delle nostre domande. Dio viene perché non può fare altrimenti, l'amore di Dio è così grande, immenso, che si apre all'altro, a noi, Dio accoglie, ci accoglie. Gesù di Nazaret è colui che rende visibile, toccabile, udibile, sperimentabile l'amore di Dio, quest'amore che previene ogni nostra azione, perché l'amore di Dio è incondizionato, non guarda il nostro fare ma solo al nostro essere. Dio ci ama non per le cose che facciamo ma per il semplice fatto che esistiamo. Ecco, la mia prima reazione al tuo intervento. Ho voluto guidarti verso una nuova prospettiva e porre una base su cui possiamo costruire il nostro confronto. |
10.01.2012 12:01 - Pastore Jens Hansen risponde: |
... e metto in chiaro anche la seconda parte. |
10.01.2012 12:01 - Pastore Jens Hansen risponde: |
Cara lilybeth1981, rispondo dopo il tuo terzo intervento. Con questa metto in chiaro la prima parte. |
09.01.2012 18:01 - lilybeth1981 ha scritto: |
.. Amo Gesù. Forse nel modo sbagliato. Forse sono egoista e irriconoscente nel mio modo di amare. Ma se lui fosse qui con me adesso, piangerei come un vitello. Gli direi:"so che sei salito sulla croce anche per me. So che hai voluto salvare anche me. E mi dispiace di averti fatto tanto male e di continuare a fartene ma, se potessi tornare indietro nel tempo e mi trovassi davanti a te e ai soldati che ti hanno arrestato ti direi di tornare sui tuoi passi. Se fossi l'unica al mondo da salvare, ti direi che di sacrificarti per me non ne vale la pena perché io non valgo il peso di tanto amore e tanta sofferenza. Ti porterei via da quei soldati, ti nasconderei da chi ti vuole percuotere, umiliare e uccidere. Spenderei una vita cercando di tenerti lontano da loro. Ma ormai ogni cosa è stata fatta e tu ti sei immolato ben prima che io venissi al mondo e non ti sei risparmiato nulla per salvare anche me. E io come posso sdebitarmi per tanto amore? Come posso sentirmi degna? Avrei fatto lo stesso per te? Mi dispiace di averti fatto tanto male. Il problema è che non so cosa fare e come vivere per farti stare meglio, per strapparti un sorriso, per curarti le ferite. La confessione a cui appartengo e che contesto, condanna il mio stile di vita. Ma come posso fare per riconciliarmi con Gesù se non posso sentirmi con la coscienza a posto? Come posso far sorridere Gesù se io non riesco a far sorridere me stessa? Chi vuole accogliere una come me? |
09.01.2012 18:01 - lilybeth1981 ha scritto: |
.. Se fossi divorziata o gay mi verrebbe addirittura negato l'accostamento all'eucarestia. Al prete non importa il motivo del divorzio: potrei essere stata vittima di un marito violento e pericoloso e aver avuto timore per me e i miei figli. Dunque sarei stata una vittima. Non importa: non posso comunicarmi. Meglio le botte, meglio che i miei figli siano oggetto di violenza o testimoni di fatti violenti. Tutto, veramente tutto, ma il divorzio no! Altrimenti, niente eucarestia. Il danno della violenza e la beffa di non poter ricevere il corpo di Cristo. Fossi gay eviterei di offendere la Chiesa con un divorzio, ma tanto la offenderei ugualmente perché in quanto gay amo persone del mio sesso (bestemmia) e ne uscirei pulita solo se vivessi in castità ed evitando di innamorarmi perché l'amore comporta il desiderio (spirituale, non solo fisico)del prossimo e dunque sofferenza, perché sarei costretta a rinunciarvi in qualsiasi caso per non offendere il Dio dei cattolici. Non mi sono mai votata ad un santo, però ho recitato il rosario. Il problema è che mi sento bene solo se lo recito con qualcuno. In un periodo fortemente negativo, facevo ogni giorno un rosario da sola. Ho smesso dopo due o tre mesi perché mi sentivo peggio. Piangevo sconsolata, uscivo di casa con un peso sul cuore. Allora,chi sono io?
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09.01.2012 18:01 - lilybeth1981 ha scritto: |
Sono stata cresciuta da cattolica ma sono "sbagliata" secondo tale dottrina. Non sono vergine, uso i contraccettivi, non voglio essere madre, non sono sposata, convivo con un divorziato, leggo la Bibbia e il Vangelo, cerco confronti con altri credo e ne esco sempre male, cerco di essere onesta sempre e di comportarmi sempre bene col prossimo. Non conosco cattolici che siano casti. Al prete è bastato il sacramento del matrimonio per dimenticarsi dei loro rapporti intimi prematrimoniali o del fatto che non si uniscono solo per procreare. Ho un fratello che è stato voluto e mia madre lo ama. Io, invece, sono stata "un dono del cielo" parecchio disprezzato e poi ignorato dalla mia poco casta ma sposatissima mamma. Lei ha il perdono, io no. Lei può comunicarsi in pace, io con il tormento addosso. Se mi confesso, il prete mi perdona. Ma Dio? Dio mi perdona? Mi ha mai perdonata? Quanto al battesimo, trovo che sia un abuso se somministrato a un neonato. Un bebé non ha parola, non può esprimere una opinione in merito, non è consapevole nemmeno di quello che gli accade, non può essere pienamente cosciente di voler accogliere Gesù nella propria vita. Gesù si fece battezzare in età adulta, consapevole della propria scelta. Perché la Chiesa Cattolica non segue le Scrittute in questo senso? Battezzare un bebé equivale a "procacciarsi con la forza" un nuovo seguace.
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13.11.2011 09:11 - Pastore Jens Hansen risponde: |
Caro Riccardo, la domanda che poni non è di facile risposta e questo anche perché io personalmente non divido il mio essere in corpo-anima-spirito non avendo io una visione antropologica che si nutre dalla filosofia greca. Io personalmente non dico quindi di avere un anima ma affermo di essere un anima vivente, un essere vivente che vive al cospetto di Dio. Perciò cambio leggermente la tua domanda in: che cosa c'è dopo la morte? Il morire è il momento in cui si staccano tutti i nostri legami, esso ci butta in una grande solitudine, una solitudine vissuta anche da Gesù quando lancia il grido del Salmo 22: 'Dio mio perché mi hai abbandonato?' La morte è quindi la fine delle nostre relazioni che abbiamo tessuto e vissuto in questa terra durante la nostra vita. Ma la morte è anche la fine della nostra relazione con Dio? Mai sia! Infatti, Paolo afferma nella sua lettera ai Romani: 'sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.' La nostra relazione con Dio sopravvive anche la nostra morte, l'amore di Dio è la costante del nostro vivere e morire. Come accadrà, la Bibbia non lo dice, perché essa non è un libro speculativo, ma che accadrà, di questo la Bibbia da una vasta testimonianza. Per me, che non condivido il concetto ellenistico dell'anima, significa: la morte è la mia fine, ma Dio, nel suo amore fa che la mia morte non sia la fine della mia relazione con Lui. |
08.11.2011 10:11 - Rhisiart85 ha scritto: |
Cari amici, non mi è chiara la posizione delle Chiese Evangeliche e per estensione di voi Valdesi circa l’aldilà e il destino dell’anima. Sommariamente cosa avverrebbe all’anima secondo il vostro pensiero teologico? Grazie della vostra attenzione amici =) |
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