Argomento di discussione: Chiesa |
02.06.2011 10:06 - Pastore Jens Hansen risponde: |
Caro Marco,
pubblico anche questo pezzo del tuo intervento e ti rimando alla mia risposta già data al pezzo precedente. |
02.06.2011 10:06 - Pastore Jens Hansen risponde: |
Caro Marco, ovviamente le tue prime esperienze con il mondo evangelico non sono state del tutto positive. Certo, hai visto una coesione della comunità e una liturgia centralizzata sul annuncio della Parola, ma ti sei anche sentito a disagio di fronte alla predicazione. Ora vuoi sapere, come funziona da noi. La chiesa valdese fa parte delle cosiddette chiese protestanti storiche, appartiene quindi alla famiglia delle chiese che hanno le loro radici dirette nella Riforma protestante. Come per tutte le chiese evangeliche affermiamo la centralità della Parola. Lo puoi già vedere entrando in una nostra chiesa, perché al centro troverai un pulpito davanti a cui c'è la tavola della santa cena con una Bibbia aperta. Perciò anche la nostra liturgia è centrata sulla Parola, e la predicazione trova un ampio spazio nel culto. La differenza fra noi e la chiesa che hai frequentato sta nel modo in cui viene intesa e letta la Parola e in cui viene di conseguenza predicata; alla diversità dell'approccio segue anche un modo diverso di preparazione del predicatore o della predicatrice. Conosciamo diversi ministeri. Il primo è il ministero pastorale. Per diventare pastore/a si deve avere la laurea in teologia. La nostra facoltà segue il sistema europeo 3+2. Dopo un anno all'estero e la consegna della laurea i futuri pastori diventano candidati al ministero assegnati a una chiesa, dopo 18 mesi come candidati vengono consacrati al ministero pastorale durante il culto di apertura del Sinodo. Il percorso è quindi lungo e molto intenso. Accanto ai pastori si trovano nelle chiese anche i predicatorie/le predicatrici locali che sono organizzati nell'Unione dei predicatori locali. Per diventare un predicatore si deve fare un percorso di formazione teologica. Inoltre in molte zone vengono anche offerti dei corsi di formazione continua. Come vedi, per noi è molto importante la formazione di chi predica, perché pensiamo che la centralità della Parola deve trovare un'adeguata forma nella predicazione. |
26.05.2011 22:05 - Marco Podda ha scritto: |
(segue) In questi giorni, sono stato molto colpito dalla pubblicità radiofonica dell'otto per mille alla Chiesa Valdese, e me ne sono per la prima volta interessato: ho subito preso in prestito all'università dove studio (Pavia) la storia dei Valdesi scritta da Tourn (ed.1999), che sto leggendo. A seguito della brutta esperienza avuta al culto della chiesa evangelica di Voghera, vi chiedo: come è organizzata la predicazione nella Chiesa Valdese? Esistono pastori e predicatori, giusto? Come vengono formati?
Vi ringrazio per la risposta, e mi scuso per la prolissità.
Marco |
26.05.2011 22:05 - Marco Podda ha scritto: |
Salve, sono un giovane cristiano credente e praticante...per praticante intendo praticante il rito cattolico, l'unico praticabile nel paese dove vivo (Rivanazzano-PV). Sono da sempre fortemente critico nei confronti del cattolicesimo, tanto che mi sono sempre definito semplicemente cristiano, mai cattolico. Domenica scorsa per la prima volta ho frequentato una funzione della chiesa evangelica (non valdese) di una cittadina vicina (Voghera), grazie a un amico la cui famiglia è fortemente credente (di fede cristiano-evangelica appunto) e di cui ammiro la fede. Mi sono trovato spiazzato dalla totale inadeguatezza di colui che questa domenica rivestiva il ruolo di predicatore: un ragazzo il cui eloquio denunciava un'evidente impreparazione, sia dal punto di vista della forma che da quello del contenuto; sono sicuro che avrei potuto fare di meglio anche senza preavviso. Ho ammirato la coesione della comunità e la liturgia ridotta all'essenziale, focalizzata sulla Parola; ciò nondimeno, sono stato molto negativamente impressionato da chi ha tenuto la predicazione. Mi chiedo: come funzionano le cose qui? Chi decide? Chi organizza? Esiste un minimo di formazione per chi è chiamato a predicare? Ho avuto la netta sensazione che se qualcuno avesse detto fra una cosa e l'altra una bestemmia totale, una bestialità in termini di Fede, nessuno se ne sarebbe accorto. (continua) |
14.05.2011 10:05 - Pastore Jens Hansen risponde: |
Caro fioravanti, nonostante i due punti interrogativi nel tuo contributo mi sembra invece che tu voglia fare due affermazioni. La prima è: i giovani si allontanano dalla chiesa, la seconda è: conosci le ragioni e ce le vuoi spiegare. Intanto vorrei condividere alcune mie riflessioni sulla tua prima affermazione, cioè che i giovani si allontanano dalla chiesa. E' vero che, almeno per tante chiese che conosco - sono in gran parte delle chiese del sud -, entrando in una chiesa per partecipare al culto, ci si può accorgere che la fascia dei giovani al di sotto dei 40 anni di età non è presente. Sottolineo che non è così per tutte le chiese, ma comunque per tante. Partecipando poi a delle altre attività della chiesa si ha la stessa impressione. Come mai? Le ragioni sono tante. Sociologicamente potremmo dire che i giovani di oggi sono meno propensi ad inserirsi istituzionalmente in un contesto di chiesa, di gruppo ma anche di partito o sindacato. Ma non voglio fare grandi discorsi, voglio solo fare qualche riflessione sulle chiese che conosco che per di più sono chiese dove i pastori o le pastore sono giovani. Nel sud, dove svolgo il mio ministero pastorale da 14 anni, c'è il fenomeno dell'emigrazione. In tanti casi è successo che, dopo aver ammesso un giovane 18enne o 20enne di averlo 'perso' perché si è trasferito in una città del nord vuoi per gli studi universitari vuoi perché ha trovato un lavoro. Comunque, ci sono giovani che rimangono ma non vengono in chiesa. Qui ci dobbiamo porre degli interrogativi per vedere le ragioni. Potrebbe essere un culto poco adatto ai giovani nelle sue forme, le attività infrasettimanali troppo focalizzate sulle fasce d'età più avanzate. Sono interrogativi che ci poniamo e altri ancora. Questa riflessione guarda però solo un aspetto, quello delle chiese locali. A livello nazionale invece possiamo dire che i giovani ci sono. Nella federazione giovanile evangelica in Italia si trovano tanti giovani impegnati in un serio confronto con se stessi e anche con le loro chiese, organizzano campi di formazione, formano gruppi locali e regionali e cercano di entrare in un dialogo con le chiese locali, hanno anche una propria rivista 'gioventù evangelica' (http://www.fgei.org/gioventu-evangelica/) che da luogo a delle riflessioni approfondite sui temi attuali. Certo, questo lato della chiesa, il lato giovane, non emerge subito quando si entra in una chiesa locale, ma è presente e vivace. |
09.05.2011 02:05 - fioravanti ha scritto: |
Perche' i giovani si allontanano dalla chiesa? Ve lo spiego? |
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