Argomento di discussione: Laicità dello Stato |
16.08.2009 - ERASMUS ha scritto: |
In effetti come lei ha affermato ritengo la laicità sia un concetto che nella realtà abbia poco o niente a che fare con il messaggio cristiano
Non ricordo che Cristo e nessuno degli evangelisti ne abbiano parlato.
Sicuramente non la hanno assolutamente menzionata come viene espresso in chiave moderna in Italia da chi la vuole rivendicare.
Penso sia un ideologia frutto di una inconscia o volontaria secolarizzazione del cristianesimo con infiltrazioni di concetti esterni, a lui sconosciuti o in vari casi a lui opposti
Sicuramente credo profondamente nella laicità e gradisco che esista
Dalla mia esperienza esiste anche in Italia se la si vuole trovare.
Tuttavia ritengo sia e solo pertinenza dello stato volerla mantenere e proteggerla e non di nessuna chiesa romano cattolica. Valdese e metodista
La chiesa come invio a rieleggere il mio precedente intervento deve predicare Cristo e solo Cristo e non fare assolutamente politica cosa che purtroppo avviene spesso
Poi naturalmente a parte parlare in astratto di cosa sia la laicità sarebbe da definire cosa non è e cosa sia e non sia veramente il cristianesimo dal momento che si rischia di usare lo stesso linguaggio con contenuti nascosti e spesso assolutamente sconosciuti da entrambe le parti.
Come anche sarebbe doveroso definire cosa è la religione e cosa non è cosa a mio parere impossibile dal momento che alla fin fine tutto potrebbe essere solo frutto di una semplice convinzione personale vista da un’ altro in mod |
16.08.2009 - moderatore_del_forum ha scritto: |
Come sempre, in Italia la discussione sulla laicità accende gli animi e, come si è visto, l'intervento di Erasmus critica con severità la nota introduttiva di Jhansen. La critica di fondo è che la laicità è sostanzialmente un' ideologia secolare che poco o nulla a ha che fare con la fede cristiana.
Ma - chiedo - è davvero questa la laicità? Molti documenti delle chiese valdesi e metodiste, da sempre impegnate nella battaglia per la laicità dello Stato, l'hanno definita piuttosto come sistema si separazione tra le confessioni religiose e lo Stato: non una ideologia, quindi, ma piuttosto un "metodo" o una "norma" a garanzia della libertà di chi crede e di chi non crede; ma soprattutto a tutela della convivenza e del pluralismo. Nel particolare caso italiano, poi, solo nel quadro dello stato laico che non riconosceva più la Chiesa cattolica come "religione ufficiale dello Stato", valdesi, metodisti e tante altre confesisoni religiose di minoranza hanno trovato i primi spazi di libertà.
Per proseguire questo confronto, insomma, dobbiamo condividere almeno una definizione di laicità. |
16.08.2009 - ERASMUS ha scritto: |
jhansen forse lei non concorda ma in uno stato laico ognuno ha diritto ad esprimere la propria opinione chiesa cattolica inclusa
La chiesa cattolica giustamente esprime la propria opinione e se trova applicazione e ' semplicemente perché' una grande parte dei cittadini italiani dimostrano interesse nell'ascoltarla e spesso nel seguirla
Forse lei non lo sa ma la chiesa cattolica parla anche in molti altri stati Europei e non.
In vari casi nonostante il messaggio sia uguale a quello che propaganda in Italia non e' seguita e ascoltata semplicemente perché' alcune popolazioni non sono interessate ad ascoltare lei e il cristianesimo in generale.
Se a lei non va che molte direttive della chiesa cattolica vengono applicate in Italia se la prenda con il popolo italiano e non con una semplice istituzione che giustamente si avvale di libertà' di pensiero
Naturalmente criticare duramene la chiesa cattolica in Italia comporta anche criticare una grande parte del popoloso italiano che la sostiene e cerca di ascoltarla permettendo che esista
Senza una grande parte della popolazione italiana che la sostiene e la ascolta mi creda sarebbe sicuramente inesistente come in altri stati.
Se poi si vuole criticare la grande fetta della popolazione italiana che la sostiene allora si rischia anche di poter offendere una grande parete del popolo italiano presentandolo come un popolo di marionette, mentalmente passivo incapace di intendere e volere cosa che ritengo pot |
16.08.2009 - ERASMUS ha scritto: |
Nell'osservare l'italia dall'estero trovo personalmente assurdo ed un grave sintomo di secolarizzazione a frantumazione del messaggio cristiano il dover parlare di laicità' dello stato da parte di alcuni esponenti del protestantesimo storico Italiano.
Sembra quasi che per annunciare Cristo vi sia bisogno di un supporto politico( quando invece la storia ha dimostrato il contrario) cercando poi di propagandare messaggi di neutralità' o imparzialita' che niente hanno a che fare con il messaggio di Cristo.
Ritengo che solo una profonda fede e dedizione in Cristo sia quello che veramente la chiesa debba annunciare conscia che l' amore saggezza e verità' che sapranno scaturire porteranno in ogni segmento della societa' ordine e giustizia permettendo a tutto resto di concretizzarsi automaticamente.
Mi sembra vi sia veramente una mancanza di fede in Cristo o una semplice strumentalizione del suo messaggio dietro tutto questa discussione sulla laicità' da parte di esponenti del protestantesimo storico italiano
Riciclare ideologie politiche porta solo al riscio di trasformare la chiesa in un semplice partito o elite politica.
Come qualcuno prima di me ha detto "Chi ha orecchi per sentire e' invitato ad ascoltare" |
15.08.2009 - moderatore_del_forum ha scritto: |
A pochi giorni dalla sentenza del TAR del Lazio sui crediti scolastici per gli studenti avvalentesi dell'Insegnamento religioso confessionale (IRC), la discussione sulla laicità torna a farsi eccezionalmente vivace. Il ministro Gelmini ha annunciato un ricorso al Consiglio di Stato e vedremo come andrà. Il rischio è che passi l'idea che il TAR del Lazio ed i ricorrenti - tra di essi anche le chiese evangeliche - siano dei "relativisti" privi di senso storico e morale che vogliono cacciare Dio dalla scuola e cancellarlo dai percorsi formativi. Alcune personalità del mondo protestante italiano hanno già replicato che così non è ma, intanto, alcuni politici e importanti testate sparano ad alzo zero contro la sentenza del tribunale laziale. Ed allora, come garantire la laicità della scuola da una parte ed una corretta comprensione delle tematiche religiose dall'altra? Esistono delle esperienze significative da condividere, realizzate in Italia o all'estero? |
14.08.2009 - Emanuele ha scritto: |
Ciao Jhansen, l'argomento che hai proposto è molto interessante. Sto iniziando a leggere i primi testi "seri" in merito anche a queste tematiche. Infatti a settembre vorrei iscrivermi alla Facoltà Valdese. Credo che una significativa risposta alle tue riflessioni sia già presente nel tuo primo intervento, quando dici che l'Italia non è uno stato laico ma è fortemente condizionato da una gerarchia cattolica sostenuta dalla politica. Ed aggiungerei, mi permetto, da una generale distrazione sociale su queste fondamentali questioni. |
13.08.2009 - jhansen ha scritto: |
La sentenza del TAR apre ancora altri orizzonti per la discussione della laicità dello Stato. Un Tribunale amministravo, quello del Lazio, applica seriamente tutte le leggi di cui fanno parte anche la Costituzione come legge base e il concordato con la Chiesa cattolica, e definisce su criteri di laicità dello stato la posizione degli insegnanti di Religione cattolica negli istituti scolastici della Repubblica Italiana. I politici di quasi tutti i colori stigmatizzano il TAR come anticattolico. Il Vaticano reagisce come sempre con l'argomento debole della cultura e con una pressione tipica di una chiesa di potere, anzi, al potere. La questione è: come si può raggiungere la laicità in un paese in cui si reagisce ad una sentenza in modo così inopportuno? |
05.08.2009 - jhansen ha scritto: |
1993, sono pastore in un piccolo paese di campagna nel nord della Germania. Nel vicino ospedale provinciale cercano un primario per il reparto di ginecologia. Alla fine viene assunto un esperto medico cattolico e dichiarato anti-abortista. Una delle sue prime mosse da primario è una circolare interna in cui fa sapere che non si faranno più aborti. La macchina amministrativa reagisce velocemente mandando un avviso al primario di ritirare la circolare e di fare ciò che la legge prescrive, cioè che una donna che ha fatto tutto l'iter travagliato che alla fine l'ha portata alla decisione di abortire, rivolgendosi alla struttura pubblica, deve poter abortire. Il primario si rifiuta e parla di obiezione di coscienza. Viene licenziato e perde tutte le istanze davanti ai tribunali di lavoro con il semplice ma giusto ragionamento anche del tribunale che una struttura pubblica o convenzionata con la sanità pubblica deve garantire che le leggi dello Stato vengano applicate e che le persone che si rivolgono alla struttura a causa di queste leggi devono avere la certezza di essere accolte secondo queste leggi. Perché racconto questo avvenimento? Siamo nel 2009, in Italia. Come in tanti altri paesi europei viene ammessa la RU486. Da noi, in Italia, si mette in moto la solita macchina propagandistica di oltre Tevere opprimendo l'opinione pubblica e minacciando la scomunica a chi la usa e a chi la prescrive. Invita tutti gli operatori alla obiezione di coscienza, metodo centrale del cattolicesimo romano per rendere inutili e inermi le leggi dello Stato non gradite. Purtroppo lo Stato non reagisce come dovrebbe, costringendo gli operatori pubblici e di strutture convenzionate di fare ciò che la legge richiede o di cercarsi un altro datore di lavoro. Così possiamo constatare che l'Italia non è uno Stato laico ma fortemente condizionato da una una gerarchia cattolica sostenuta dalla politica. Fanno in modo che il diritto alla RU486 venga calpestato. Questo articolo da tanti spunti di discussione, aborto, etica, principi di obiezione di coscienza e la questione della laicità dello Stato. E' proprio questa laicità su cui vorrei discutere qui, principio di una democrazia moderna senza il quale uno Stato non è veramente uno Stato libero. |
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