dialoga con noi

Argomento di discussione: (Bio)etica



13.9.2010 09:09 - Pastore Jens Hansen risponde:
Caro Michele,

ci sarebbero tantissimi riferimenti biblici per la tua domanda che non posso citare tutti qui. Mi limito a pochi brani e ti consiglierei in seguito delle letture.

Il testo da te citato sottolinea di dover vedere la donna come 'soggetto morale autonomo', proprio ciò che la donna per millenni non è mai stata, autonoma. La donna era e spesso ancora è oggetto, le sue scelte di vita non le può prendere autonomamente ma sono dettate da altri, dai padri, dai mariti, dalle istituzioni che dettano morale e così via. Questa concezione della donna appendice del maschio si trova nella Bibbia, perché anche la Bibbia è figlia del suo tempo. In Genesi 2:22 si legge: Dio il SIGNORE, con la costola che aveva tolta all'uomo, formò una donna e la condusse all'uomo.

La donna una costola, non un soggetto autonomo e libero.

In forte contrasto con questa concezione patriarcale si trova il versetto di Galati 3:28: Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù.

Paolo afferma che il cristianesimo porta all'abolizione del principio che la diversità si deve per forza leggere nella chiave del potere. C'è uomo e donna, ma non è più l'uomo ad avere potere sulla donna, loro, in Cristo, sono diversi ma chiamata e chiamato a vivere la diversità in dei rapporti reciproci e alla pari, senza scivolare in questioni di potere.

Così si può leggere per esempio Genesi 1:'27 Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina' in una luce diversa: maschio e femmina come poli di diversità che sono chiamate a dialogare, a relazionarsi come Dio vuole entrare in un rapporto con loro.

Ora entra in vigore il principio dell'etica protestante che è un'etica della responsabilità. L'etica chiede una decisione personale. Questa decisione, così dice Bonhoeffer, che è 'la ricerca difficile della volontà di Dio nella penombra che circonda il bene e il male, …, non c'è soltanto il bene e il male, il giusto e l'ingiusto, la libertà e la tirannia. … L'etica chiede la decisione fra il male e il male minore.' La scelta etica è personale, nessuno può dettarmi la mia etica, la devo cercare in dialogo con Dio e con il mondo.

La responsabilità si ancora molto nella teologia della grazia. In fondo tutta la lettera di Paolo ai Romani spiega questo passo importante verso la responsabilità individuale.

Veniamo ora all'aborto. Il testo stesso parla di una decisione dolorosa, e l'aborto è un atto doloroso, meno aborti ci sono meglio è. Con Bonhoeffer però dobbiamo affermare che la donna può arrivare nella sua ricerca della scelta fra male e male minore, al punto che il male minore è quello dell'aborto; o come dice una dichiarazione delle chiese tedesche degli anni ottanta: il conflitto di gravidanza non sempre può essere risolto salvando il feto. Se la donna dopo un iter travagliato di riflessione, di valutazione arriva alla decisione di voler abortire, nessuno ha il diritto di imporre un no alla donna.

11.09.2010 00:09 - Michele ha scritto:
Sul sito ho letto la seguente affermazione: "Sarebbe preferibile iniziare a considerare la donna come un soggetto morale autonomo e a prendere atto che la rinuncia a una parte di sé, legata alla scelta di non diventare madre, non è un atto arbitrario e astratto, che va contro il principio assoluto del rispetto della vita, ma una concreta, dolorosa, assunzione di responsabilità". Mi potreste indicare un riferimento biblico che mi aiuti a comprendere pienamente il significato di questa affermazione? Infine, vorrei sapere se la Chiesa Valdese ritiene che l'aborto non sia una grave offesa a Dio. Ve lo chiedo essendo mia moglie cattolica ancora convinta che gli aborti siano un abominio.

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