Argomento di discussione: Spiritualità
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06.10.2009 23:10 - sergio ha scritto: |
Cerco di rispondere brevemente perché sotto spiritualità ci sarebbe da leggere e da scrivere dei libri. Mi limito a dire che sotto la voce "vita spirituale" viene identificata nell'evangelo un modo di vivere diverso da quello della "carne e dai suoi desideri". La vita, secondo l'evangelo non è una vita isolata ma è fatta di relazioni con il prossimo e soprattutto con Dio. Senza questa vita - dipendente da Dio - non c'è vita spirituale, ma solo umana (per buona che possa essere). Non si può applicare questo modo di vivere (spirituale) sic et sempliciter senza che questa sia sconvolta dalla grazia di Dio (pentimento, confessione, perdono e grazia - giustificazione per fede). "Ama Dio con tutto il cuore e l'anima tua e il prossimo tuo come te stesso" ha detto Gesù al giovane ricco (e a noi). La vita dello spirito poi è descritta nelle lettere di Paolo (Galati e Corinzi) in modo tale che non ci sono scuse per non capirla. Su queste "normative" ognuno di noi potrebbe testimoniare le sue esperienze. Purtroppo invece si criticano solamente senza applicarle, o applicarle in modo deformato ed improprio.
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06.10.2009 09:10 - jhansen ha scritto: |
Caro lella46, ti ringrazio per il tuo intervento e la tua domanda che riguarda la TEV e le sue accuse contro chi faceva "solo" politica. Ho infatti l'impressione che alcune persone che discutono con noi su questo tema pensano che la spiritualità sia un qualcosa interiore, un vivere la fede, la relazione con Dio nell'intimo dell'anima e dentro le mura della casa o della chiesa. Fare politica sembra per loro una cosa al di fuori delle categorie di spiritualità. Io invece sono convinto che una spiritualità a se stante non può esistere. Se spiritualità ha a che fare con "Spirito", essa è l'insieme della vita del credente, nella fede, nella speranza, nell'amore che si concretizzano nell'impegno quotidiano. Chiederei quindi a chi interviene su questo tema di dare una propria definizione di spiritualità per veder più chiaro.
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24.09.2009 07:09 - jhansen ha scritto: |
Che bell'esempio. Anch'io ho incontrato, nelle mie visite pastorali nella diaspora, delle persone semplici con una conoscenza biblica veramente straordinaria e con una fede limpida testimoniata in ogni ambito della vita. Sono tornato arricchito da queste visite e sono convinto che qui accade evangelizzazione. Sono d'accordo con l'affermazione che ci dobbiamo aprire ai piccoli, vorrei però dire che proprio ciò sta già accadendo in molte chiese e nelle nostre opere, dove si lavora con gli emarginati, esclusi, con le vittime di violenza ecc.
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23.09.2009 09:09 - lella46 ha scritto: |
Veramente, non si tratta di chi è più o meno colto. Ho conosciuto valdesi, soprattutto donne, nate a fine 800, che avevano fatto solo i pochi studi previsti nelle scuole di alfabetizzazione disseminate nei piccoli villaggi di montagna, capaci di usare come criterio di interpretazione della loro realtà sempre e soltanto i versetti biblici che avevano mandato a memoria nel catechismo appreso presso le chiese valdesi d’appartenenza. Donne estremamente schive, che mai si sarebbero sognate di esporsi pubblicamente in manifestazioni di «evangelizzazione», ma che testimoniavano nella loro vita, anche verbalmente, con la citazione dei versetti che avevano in mente, quanto stava alla base della loro fede. È vero tuttavia che la chiesa si impegnava allora con tutte le sue forze (sempre poche, come ora...) nel rivolgersi alla categorie meno acculturate e più bisognose di attenzioni, inviando i propri «operai» in sedi disagiate e probabilmente poco ambite, avendo davanti a sé il non invidiabile compito di istruire ed evangelizzare insieme. Che l’istruzione di base torni ad essere, anche per i nostri tempi, una delle vie attraverso le quali inventarsi strategie di intervento in questa società così frammentata?
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17.09.2009 21:09 - jhansen ha scritto: |
Personalmente sarei molto cauto nell'usare la parola "essere tenuto". Direi piuttosto che la nostra Spiritualità si basa su Cristo e può benissimo attingere a degli esempi che troviamo utile per la nostra crescita spirituale.
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08.09.2009 17:09 - sergio ha scritto: |
a fra Sandro vorrei dire che personalmente ammiro il coraggio e l'esempio che hanno avuto i riformatori, ma NON sono tenuto a seguirli nella loro spiritualità, invece sono tenuto a seguire Cristo che loro mi hanno indicato.
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08.09.2009 15:09 - marcolaico ha scritto: |
caro Jahnsen, prorpio perche mi rendo conto che la parola spiritualità ha un ventaglio di significati, io ho presentato una serie di esempi, di casi in cui, a mio parere, le noster chiese la esprimono, o ne sono espressione: il sermone, i canti, le preghiere, gli studi biblici, la preparazione dei monitori, le assemblee, gli incontri dei consigli e dei concistori....in questi ed in altri momenti le nostre chiese hanno la possibilità di vivere come espressioni dello Spirito che ci muove. ovviamente i casi da me elencati non ne escludono altri, lo Spirito è libero di agire e soffiare dove vuole; ma a me pare ci possa già essere molto con cui lavorare, penso che se chi lamenta la carenza di spiritualità si applicasse anche solo in uno degli ambiti da me elencati, le nostre chiese ne gioverebbero grandemente.
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08.09.2009 15:09 - lella46 ha scritto: |
Nella speranza che Ines si rifaccia viva, ricordo a tutti, caso mai non ne foste al corrente, che su questo stesso sito, alla voce: «cultura-dibattito sulla cultura» sono contenuti numerosi e bellissimi interventi di persone che su questo tema hanno certamente riflettuto a fondo. In codesti scritti, per chi li volesse consultare, si può trovare il minimo comun denominatore, io penso, che forse andiamo cercando. Certo, ci vuole un po' di fatica, perché gli autori sono tanti, e gli scritti non sono sempre brevi. Lo so che si tratta, anche in questo caso, di «parole» e non di «fatti», come direbbe qualcuno, ma io credo che siano parole di verità, e non chiacchiere dietro le quali ci si nasconde. Caso mai, la sfida consiste nel saperne estrarre il succo, da questi pronunciamenti, per poi saperne far emergere la visione di chiesa confessante che ne emerge, ed AGIRE di conseguenza ... un caro saluto a tutti
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08.09.2009 11:09 - marcolaico ha scritto: |
è abbastanza difficile inserirsi nel discorso di Sergio, perchè tocca tanti punti interessanti ed occorre sceglierne uno a scapito di altri.
provo a partire dalle nostre esperienze, anch'io frequento la chiesa dai primi anni 90, ma ora non mi considero più un ultimo arrivato, credo che ad un certo punto occorra prendersi delle responsabilità, soprattutto se si hanno delle idee da proporre. anch'io ho patito la scarsa presenza ai culti ed agli studi biblici, la difficoltà nell'evangelizzazione e nel fare sì che i giovani frequentino la chiesa; ma ha senso angosciarsi per la carenza di qualcosa che forse non dipende del tutto da noi? è vero, nelle nostre chiese ci sono poche persone che fanno tutto, ed altre che sembra vivano di rendita. cosa dobbiamo fare se non cercare di manterere in vita questo cuore piccolo ma pulsante pregando che lo spirito tocchi anche altri, conducendoli ad unirsi a noi?
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08.09.2009 08:09 - jhansen ha scritto: |
Caro fra Savonarola, vedo che mi sono spiegato bene. Perché fai una distinzione fra la spiritualità dei riformatori e la tua? Io sono convinto che ognuno di noi ha la sua spiritualità. Lo sono perché essa nasce da un incontro personale e individuale con il Signore. Come ogni incontro e ogni relazione umana anche quella con Dio suscita delle reazioni diverse in ognuno di noi. Perciò ritengo utile sottolineare il carattere personale della spiritualità.
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