Argomento di discussione: Per chi è nuovo/a |
04.05.2011 14:05 - luisavar ha scritto: |
Salve, domenica scorsa ho partecipato per la prima volta al Culto nella mia città. E' stata un'esperienza profonda, piena della serenità che da tutti ho percepito, della consapevolezza della fede del cuore.
Mi pongo molte domande, ma qui, anche se non so se sia la sede più giusta, mi piacerebbe sentire la voce di qualche convertito dal cattolicesimo. Mi chiedo come si possa dopo tanti anni di "militanza", tanti riti, strutture mentali, condizionamenti esterni, cambiare totalmente. Ammiro questo coraggio... Quali sono le spinte più profonde che spingono a questo cammino che immagino non facile (o sbaglio?), non breve (o sbaglio?)?
Sto "cercando", vorrei un aiuto a "trovare"...
Un caro saluto |
29.04.2011 23:04 - Hikari ha scritto: |
Salve a tutti!
Sono una ragazza di 23 anni credente che, a causa di forti discordanze con la chiesa cattolica, oramai non pratica più da anni. La motivazione principale (ma assolutamente non la sola!) dell'allontanamento sta nella scoperta della mia omosessualità, caratteristica fortemente osteggiata dal cattolicesimo. Da diverso tempo sento la necessità di riavvicinarmi a Gesù e perciò ho vagliato le varie alternative, fino a che non sono giunta alla conoscenza della chiesa valdese e mi sono trovata totalmente in linea con i suoi contenuti. Vorrei poter assistere al culto domenicale ma ho qualche dubbio di natura prettamente "pratica". Vorrei sapere innanzitutto se dovrei, prima di presentarmi in chiesa, prendere contatti con il pastore (nel caso mio si tratterebbe della sede di Roma) in quanto essendo una comunità piccola comunque non passerei inosservata! La seconda domanda riguarda il passaggio da cattolica a valdese: bisogna seguire una prassi particolare o basta frequentare il tempio per ritenersi convertiti?Purtroppo non abito a Roma e recarmi tutte le domeniche in Chiesa già sarebbe un sacrificio per me (comunque gradito), temo che se dovessi seguire qualche corso di catechesi mi troverei nell'impossibilità di poter essere presente e alla fine non riuscirei ad attenermi al mio proposito.
Grazie per l'attenzione! |
12.04.2011 18:04 - Pastore Jens Hansen risponde: |
Cara Miriana, oggi rispondo al tuo secondo quesito, quello del prossimo futuro della chiesa valdese. Tu affermi che abbiamo pochi pastori e ancor meno giovani e ti chiedi come affronteremo il futuro prossimo, parlando anche di fusione, parola che preferisco non usare per una chiesa, mi sa un po' troppo di economia e non affatto di chiesa. Alla tua domanda potrei rispondere con delle analisi sociologiche, potrei dire che il futuro dipende da come riusciamo ad essere una chiesa in una società liquida in cui l'appartenenza ad una chiesa come ad altre associazioni non è più scontata e duratura, la gente si muove anche per quanto riguarda la propria identità di fede. Potrei rispondere con argomenti storici. Infatti, nel corso della storia i valdesi più volte hanno rischiato l'estinzione sempre per mano o dell'inquisizione, della controriforma o di prìncipi 'ortodossi' che volevano fare un servizio alla chiesa di Roma. Potrei affermare che nonostante i tanti rischi corsi nella storia ci sono sempre stati vie d'uscita. Inoltre, per quanto riguarda i mezzi esigui, basta ricordarsi del Risorgimento. Devi immaginare che i valdesi che sono usciti dalle loro valli per evangelizzare l'Italia, seguendo più o meno le orme di Garibaldi, non hanno avuto un programma di evangelizzazione, hanno contato su predicatori, pastori, evangelisti e colportori che sono arrivati anche in Sicilia. Il pastore Appia per esempio ha inizialmente coperto un po' tutti gli ex-territori dei Borboni predicando a Napoli, a Palermo, a Catania e a Messina. Un pastore non solo per qualche provincia, ma per un vasto territorio. Tutte le questioni, storiche, sociologiche e altre potrebbero dare un aiuto nella visione e nell'analisi. Comunque, preferirei dare solo un cenno di risposta, ed è una risposta di fede. Direi che fino a quando il Signore vuole la nostra testimonianza nella società italiana, in Italia, Egli ci farà trovare delle vie per essere chiesa. Certo, ciò non ci libera dalle riflessioni necessarie come realizzare questa testimonianza, ma ci apre un orizzonte più ampio e in mezzo alla nostra piccolezza, per altro storica, ci dona la visione giusta per non girare attorno a noi stessi ma per annunciare il Signore e la venuta del Suo Regno. |
29.03.2011 10:03 - Pastore Jens Hansen ha scritto: |
Cara Miriana, ti ringrazio per il tuo intervento perché poni delle domande che a me sono molto care in quanto me le pongo e cerco, da quando sono pastore in Italia, di trovare una risposta. Oggi rispondo alla tua prima domanda e osservazione, quella del perché non siamo affollati. Perché siamo pochi e riservati? E' vero, siamo pochi, siamo sempre stati una minoranza nata da un movimento medievale diventato una chiesa protestante nel 1532. Per ragioni di persecuzioni abbiamo più volte rischiato di essere eliminati. Eppure ci siamo e questo è un grande dono di Dio. Ma come siamo? In che modo ci poniamo nella nostra società odierna? Sembra che veramente ci nascondiamo, perché la tua affermazione di averci trovato solo a causa delle tue ricerche, la sento spesso. Vediamo ora un po' le ragioni che potrebbero esserci dietro. Le ragioni esterne hanno a che fare con il nostro numero, siamo 30.000 in tutta l'Italia, 140 chiese con 100 pastore e pastori. Matematicamente non siamo nemmeno 0,1 % della popolazione. E' chiaro che la chiesa di maggioranza è molto più visibile nei mass media. I mass media funzionano così, si occupano di temi e di gruppi che garantiscono lo share per quanto riguarda la TV e la radio e la tiratura per quanto riguarda la carta stampata. Con queste leggi di mercato non è facile entrare nel campo visivo delle persone. Perciò ritengo molto bello il fattore Internet. La rete ci dà delle possibilità di essere presenti che i media tradizionali non possono dare. Infatti, mentre la RAI dà 20 minuti ogni domenica nella radio e la rubrica televisiva 'Protestantesimo' in orari un pò ostici a tutte le chiese della Federazione delle chiese evangeliche in Italia a cui apparteniamo, possiamo essere presenti nella rete 24 ore su 24, e anche il piccolo spazio televisivo e radiofonico diventa permanente, perché lo si può vedere e ascoltare quando si vuole. Certo, la rete chiede un'iniziativa propria, una volontà di ricerca, di mettersi in gioco o almeno un po' di curiosità. Tu però ci hai trovato come hanno fatto altre persone. Immagina 15 anni fa. Non ci sarebbe stata la possibilità di una ricerca immediata in rete. La seconda ragione esterna ha a che fare con le persone. Non tutte le persone che si trovano d'accordo con il nostro modo di porci nella società e con la nostra testimonianza di fede, alla fine approdano da noi, anche se sanno della nostra esistenza. Lì ci vorrebbe un'analisi approfondita delle ragioni. Ho però l'impressione che hai parzialmente ragione quando dici che è difficile andare oltre la maggioranza. Ora veniamo a noi. Siamo veramente riservati? E' vero, non siamo una chiesa che grida nelle piazze, non facciamo proselitismo selvaggio, ma cerchiamo comunque di essere presenti. Spesso la nostra presenza nella società è molto laica e non si vede subito che siamo una chiesa: siamo coinvolti nei movimenti per la pace, nelle questioni di globalizzazione e ambiente, nel dibattito per la bioetica e il testamento biologico e così via, facciamo delle conferenze e dei convegni. Certo, dobbiamo sempre domandarci: è questo il modo giusto per essere presenti e visibili nella nostra società? La tua affermazione ovviamente dice di no, sembra che ci manchi qualcosa. Ecco, siamo in mezzo al tema dell'evangelizzazione. Perciò ti inviterei a leggere la rubrica sull'evangelizzazione qui nei dialoghi. Poi mi piacerebbe avere una tua reazione per avviare un dialogo sulla nostra presenza. |
19.03.2011 14:03 - Miriana ha scritto: |
Salve,
da qualche mese sto cercando di capire le varie chiese evangeliche. Provengo dal mondo cattolico, nel quale non mi riconosco più per molti motivi fondamentali.
Ho letto con molta attenzione il vostro sito e condivido molte cose. Una prima cosa che mi ha sorpreso è il fatto che voi dite tutte le cose che tantissimi cattolici dicono in privato nel loro intimo. Ma che questi cattolici ovviamente per il fatto di essere cattolici non dicono apertamente. E allora perchè le chiese valdesi non sono immensamente affollate come quelle cattoliche? E' strana questa cosa e non la capisco. L'unica risposta che mi posso dare è che gran parte dei cristiani non sanno che esiste la chiesa valdese. Scusate se sono così diretta. Ma in effetti io ho conosciuto la vostra chiesa perchè mi sono messa a "studiare" ed ho scoperto tutto questo. Ma gran parte della gente si limita a considerare la chiesa cattolica come "vera" solo perchè ci vanno tutti..! E quindi quelle persone non si pongono altenative. Come mai restate così riservati?
Una seconda domanda riguarda il futuro. Vedendo i vostri scritti, i vostri video e i vostri organi di informazione ho compreso che l'eta di coloro che sostengono (nel vero senso) la chiesa è data da persone di età estremamente avanzata. E' vero, forse ci sono anche alcuni giovani, ma nel prossimo futuro chi sosterrà la chiesa valdese? In molte regioni vedo che c'è il solito Pastore in più province! Come farete dunque?Vi unirete ad altra chiesa eva |
15.03.2011 16:03 - Pastore Jens Hansen risponde: |
Caro Mirko, benvenuto nella nostra rubrica dei dialoghi! Vedo che vorresti affrontare questioni che ti interessano, in modo che nessuno ti dia le risposte preconfezionate che vogliono 'bollarti' o costringerti ad accettare ciò che non puoi accettare. Abbiamo quindi qualcosa in comune. Ho avuto una formazione in cui delle persone a me care mi hanno insegnato di non prendere mai niente per scontato e di avere un'apertura in modo da poter discutere al fine di vivere autenticamente la propria fede. La tua è quindi, secondo me, meno una domanda che chiede risposte ma più un segnale che vorresti camminare con noi per vedere come vediamo certi temi e come affrontiamo la nostra vita al cospetto di Dio, quindi la nostra fede. Certamente possiamo fare un percorso anche virtuale qui nella rete, e penso che avrai già letto un pò sul nostro sito, ma camminare insieme è certamente meglio con persone vere con cui ti puoi confrontare. In entrambi i casi ti potrei essere d'aiuto, nel primo, come moderatore di questa rubrica, nel secondo nel darti delle indicazioni, dove potrai trovare una delle nostre chiese nella tua vicinanza. |
09.03.2011 23:03 - MirkoPerugia ha scritto: |
Buonasera, sono un ragazzo di 22 anni pieno di domande. Ho bisogno di risposte che per ora la chiesa cattolica non mi ha saputo dare. Negli ultimi anni mi sono allontanato dalla fede in quanto mi son visto bollare come peccatore perchè omosessuale e perchè fortemente convinto della giustezza di eutanasia, aborto in determinate situazioni, ricerca sulle cellule staminali e divorzio. Ho sempre trovato il culto cattolico molto mortificante e mi chiedevo se nella chiesa Valdese potrei trovare risposte meno mortificanti di quelle che finora mi son sentito dare. Negli ultimi mesi ho sentito forte l'assenza di un mio credo personale, mi son sentito molto spaesato e privo di stimoli per andare avanti. Spero di iniziare un percorso di conoscenza con la vostra chiesa che mi sembra sicuramente più vicina alle mie posizioni ed esigenze, magari aiutato da voi con indicazioni di testi da leggere e studiare. Cordiali saluti,
Mirko |
20.01.2011 17:01 - Pastore Jens Hansen risponde: |
Caro Stefano, certo che puoi. Per darti qualche idea, ti parlo qui della prassi nella chiesa in cui svolgo il mio ministero. Durante la liturgia per la Santa cena c'è un punto che si chiama invito. In genere dico, dopo aver letto qualche versetto biblico, che la Cena del Signore è aperta a tutti e a tutte senza distinzione alcuna. Lo dico anche in presenza di cattolici. Se alla fine loro si avvicinano o no, dipende - come per tutte e tutti che nn si avvicinano - dal sentire personale, ma non da un qualsiasi ostacolo posto da me. Perché questa inclusività? Perché secondo me la Cena del Signore è il momento in cui entriamo in comunione sia con Dio (verticale) sia con il fratello e la sorella (orizzontale), sarebbe un brutto segno e contro l'amore inclusivo e incondizionato di Dio, escludere qualcuno da un atto così bello e significativo. |
11.01.2011 13:01 - stefano ha scritto: |
Desidero sapere se come cattolico potrei partecipare alla Santa Cena. |
9.10.2010 17:10 - Pastore Jens Hansen risponde: |
Caro marzio, innanzitutto benvenuto nella nostra rubrica dei dialoghi. Ben volentieri ti indichiamo delle possibilità di cammino per avvicinarti alla nostra chiesa. La prima possibilità è quella di cercare la chiesa valdese o metodista più vicina a te in modo che tu possa fare delle esperienze con le persone che condividono la stessa fede e la vivono. Il contatto personale, la condivisione delle visioni, della fede, delle idee è certamente la via più idonea. Ci rendiamo anche conto che, come chiesa di minoranza, non siamo presenti in modo capillare in Italia, ma comunque ci sono delle nostre chiese in tutto il paese. Per trovare la chiesa più vicina a te, puoi cliccare su 'dove siamo'. La seconda possibilità è quella offerta da internet. Potresti leggerti tutto il materiale di tuo interesse del nostro sito www.chiesavaldese.org e anche dei siti delle chiese locali per avere un idea del nostro essere chiesa. Inoltre puoi iniziare un percorso informativo scrivendo a info@chiesavaldese.org o anche a forum@chiesavaldese.org. Interessante è anche il nostro settimanale 'Riforma' che trovi su www.riforma.it, a cui collaborano le chiese metodiste, valdesi e battiste. La terza possibilità consiste nello studio personale con dei libri sui valdesi, sul metodismo, sulla nostra teologia ecc. Per fare ciò potresti andare sul sito www.claudiana.it e sfogliare il catalogo. Ti possiamo anche consigliare dei libri. Ecco, le possibilità di un primo approccio. |
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