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Argomento di discussione: Spiritualità



02.09.2009 - sergio ha scritto:
So che il Signore mi ha accolto come suo figlio ed io, grazie a Gesù e al suo sacrificio per i miei (e nostri) peccati ho conosciuto il solo ed unico Padre, quello di cui parla suo Figlio nella preghiera sacerdotale. Non mi sento né privilegiato, né meglio di altri. Mi sento e sono uno dei tanti peccatori perdonati; punto e basta. Questo mi è sufficiente. Se anche tu hai fatto questa esperienza dovremmo riconoscerci fratelli… sta a te valutare, non io. Se non ne sei sicuro chiedi a Dio il perché! Prima di mettere delle etichette sugli altri. La comunione dei santi c’è stata senza l’ecumenismo. Se sono valdese è per un motivo di vissuto personale temporaneo che dura da circa vent’anni e non so quando finirà, forse domani o mai! In ogni caso se il Signore mi farà capire che qui non sarò più utile alla sua causa, mi indicherà certamente un’altra chiesa per poterlo servire. Infine se leggi il discorso di Paolo all’aeropago dice agli ateniesi (molto religiosi) che Dio non abita in templi fatti da mani d’uomo… già questo non ti sembra sufficiente a declassare i tuoi e i nostri riti con relativi templi? A meno che l’evangelo e la Bibbia non abbia per te valore normativo… allora è tutto un parlare a vanvera. Cerco di essere un buon cittadino consapevole che l’autorità umana (il magistrato, come lo chiama il NT) è voluta da Dio. Ma se questa non rispetta la giustizia (e Dio) mi oppongo perché preferisco ubbidire a Dio che agli uomini. Certi laici e loro aspettative sono migliori e p

02.09.2009 - sergio ha scritto:
infine manca un'organizzazione strategiche perché il Regno di Dio si diffonda nei cuori, non per emulazione, ma perché, dopo l'annuncio sia lo Spirito di Dio che convinca di peccato di giustizia e di giudizio, come solo lui sa fare. Senza trascurare le convinzioni per una società più giusta, se ci si "formasse" di più per essere cristiani "veraci", secondo me tutte le altre cose verrebbero da sé, quasi spontaneamente, perché la pianta è buona… non si vedono i frutti (o sono pochi o non ce ne sono)!

01.09.2009 - ERASMUS ha scritto:
Penso che nei mie precedenti interventi sono stato poco capito Io come forse qualcun 'altro non ho mai discusso sul come alcuni esponenti del protestantesimo storico italiano 'esprimono la spiritualità. Il punto che volevo metter in evidenza e' il fatto che in base a molti interventi pubblici di teologi e intellettuali delle chiese storiche italiani mi sembra di dedurre che non si pensa spesso spiritualmente Questo e' il nocciolo della questioni Il poco pensare spiritualmente caratteristica di molte altre realtà' di chiese storiche protestanti del nord Europa dalla mia esperienza nella sostanza spesso molto secolarizzate al punto da risultare quasi identiche a semplice partiti politici. Tuttavia ammetto di conoscere molto poco il popolo delle chiese storiche protestanti italiani che in vari casi per esse composto da immigrati proviene da realtà' molto tradizionali. Popolo forse molto diverso dai teologie da alcun pastori con i quali in caso di un confronto molto aperto e onesto forse potrebbe avere delle profonde divergenze

31.08.2009 - lella46 ha scritto:
Scusate se torno sull’argomento a partire dalle domande di Ines, che diceva di volersi rivolgere a chi fa parte delle chiese valdesi. Forse dovrebbe lei stessa dire che cosa intende per «spiritualità». Se le va bene la definizione di jhansen (il giorno 30), di lì si può partire a discutere. Sappiamo bene che fino ad ora si è sempre cercato di superare la «freddezza» con alcune modifiche di carattere liturgico nel culto, come ricorda marcolaico. Non ripeto le argomentazioni del suo intervento, che condivido. Sergio mi sembra invece usare più o meno gli argomenti di Ines: ci sarebbero cioè, all’interno delle singole chiese, protestanti più «spirituali», e per ciò stesso più «confessanti», ed altri con una fede troppo «invisibile», troppo muta, che non rende testimonianza a Dio. Anzi addirittura, secondo lui, per molti membri di chiesa « Cristo non è il fondamento della loro fede». Se anche così fosse, tocca forse a qualcuno di noi, esseri umani, giudicare il grado di fede del nostro prossimo? E non potrebbe comunque, ciascuno di noi, mettersi nel novero di coloro la cui fede è sempre «vacillante»? Comunque, rimango della mia idea: secondo me la domanda che Ines pone a se stessa come a noi non riguarda tanto la spiritualità dei valdesi quanto i modi e i «luoghi» in cui la Parola di Dio si manifesta, e di cui essi possono o meno farsi strumenti.

30.08.2009 - sergio ha scritto:
Condivido l'intervento di Jhansen e aggiungo quanto è scritto nel NT: Col 2:6 Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui" e ancora: Gal 5:16 "Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne". Un modo originale di vivere la vita cristiana in piena libertà, verità e giustizia, caratteristiche essenziali dello Spirito di Dio.

30.08.2009 - jhansen ha scritto:
Con interesse ho letto gli ultimi interventi. Bello l'intervento che ci ricorda che la spiritualità ha a che fare con lo Spirito. Su questa base s potrebbe osare un'altra definizione: la spiritualità consiste in tutto ciò che nasce e si esprime in noi a causa dell'opera dello Spirito santo in noi. In questo modo forse è più chiaro che non è semplicemente un sentimento ma anche impegno, quell'impegno della fede a cui lo Spirito ci invita.

29.08.2009 - sergio ha scritto:
La vera spiritualità accomuna, unisce, stabilisce delle relazioni che passano attraverso Cristo e si fondano in Dio, mentre coesiste a fianco una falsa o immatura spiritualità, fatta di emozioni, sentimenti, riti, tradizioni, solo cose piacevoli che stridono con la santità alla quale Dio chiama i suoi fedeli. È come se prima di credere a Dio bisogna credere all’istituzione della chiesa x, y, z e poi a Dio. La spiritualità è vivere per mezzo dello Spirito di Cristo (promesso e reale) di cui il Nuovo Testamento e l'esperienza degli apostoli e dei tantissimi cristiani nella storia ci hanno reso testimonianza. L'apostolo Paolo scriveva: "per me il vivere è Cristo". Lo può essere ancora oggi, ma non si ha il coraggio di dirlo.

28.08.2009 - marcolaico ha scritto:
rendere i nostri culti più "carismatici". mi chiedo però se abbia senso cercare di porre la spitualità, e ciò che la caratterizza (cioè lo Spirito) sotto il giogo della legge del mercato delle fedi

28.08.2009 - marcolaico ha scritto:
ciao a tutti/e, sono membro della chiesa metodista di Alessandria dai primi anni novanta, posso testimoniare che la critica alle nostre chiese circa la scarsa spiritualità sia un "refrain" che sento da allora. inizialmente mi trovavo spesso d'accordo con chi criticava la sobrietà o freddezza dei nostri culti; col tempo, entrando in relazione con le sorelle ed i fratelli con cui condivido il pane ed il vino, la parola e la preghiera, mi son reso conto che spiritualià non significa necessariamente preghiere a cuore aperto, strette di mani fraterne e canti animati da danze e alleluia. spiritualià è anche essere trasfmati dalle parole di un sermone, spiritualità è anche vivere dentro di noi le parole degli inni del nostro innario, che ci mettono in relazione con credenti, fratelli e sorelle che son vissuti prima di noi; spiritualità è vedere una donna di 90 anni sedersi ogni domenica sulla prima panca per partecipare al culto fino a che le forze glielo consentiranno....spiritualità è partecipare ad un studio biblico storico critico, comprendendo che esso è una diversa e feconda forma di preghiera. se per spiritualià ci si riferisce unicamente ad alcune delle modalità in cui può essere espressa la fede, escludendone altre, allora credo che non si renda un buon servizio allo Spirito che ci anima. spesso la presunta scarsa spiritualità dei Valdesi /metodisti è messa in relazione con lo scarso numero di persone ai culti. la diagnosi è che per avere le chiese piene dovremmo

28.08.2009 - jhansen ha scritto:
Caro lella46, penso che Ines non ce l'abbia con nessuno. Lei mi sembra invece una persona in ricerca di forme di spiritualità che finora non è riuscita a trovare. Un'indicazione importante mi sembra il discorso sull'amore che mi piacerebbe approfondire con Ines.

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