dialoga con noi

Argomento di discussione: Laicità dello Stato



13.10.2009 22:10 - sergio ha scritto:
Capisco il disagio di Erasmus e lo condivido essendo valdese da parecchi anni. Le assicurazioni di jhansen non rassicurano (almeno in parte)– e lo dico per esperienza, mentre l'esperienza negativa di Erasmus dopo essere entrato in una chiesa valdo-metodista dovrebbe farci riflettere tutti quanti. Perché non ascoltiamo la critica sincera e spontanea che viene da chi cerca, come ha scritto eramus, la sana teologia cristiana e non l’ha trovata? La sana teologia per noi è quella che parla di eutanasia, o di omosessualità, e altre cose simili?: tutti temi scottanti che dividono l’Italia, ma che non sono prioritari di fronte al messaggio centrale evangelico. E se ci sbagliassimo? Non sarebbe anche questo un modo cristiano di mettersi in discussione? Che poi si voglia parlare di come lo stato italiano non sappia gestire bene questi temi, siamo tutti d’accordo, creando tensioni ed incomprensioni. A me sembra che dovremmo dare delle risposte un po’ più articolate ed in sintonia col messaggio di salvezza di Gesù Cristo… Cosa avrebbe detto Valdo a sentire una critica del genere?

13.10.2009 09:10 - jhansen ha scritto:
Caro Erasmus, ti rispondo il più sintetico possibile per rimanere entro le 1500 battute: 1.) una cosa è fare sentire le proprie opinioni e un'altra è voler costringere lo Stato ad avere una posizione di parte, cioè di quella cattolica. La chiesa deve testimoniare, anzi i fedeli sono coloro che devono testimoniare, la testimonianza accade dal basso e non dall'alto, invita e si propone e non costringe. 2. Ti posso assicurare che i temi da te disprezzati (eutanasia ...) nascono da una profonda lettura biblica e un continuo mettersi in discussione davanti alla Parola e al Signore.

12.10.2009 11:10 - ERASMUS ha scritto:
Se seguiamo un possibile concetto di laicità mi aspetterei che i ruoli dello stato e della chiesa fossero distinti e chiari per tale motivo non vedo perché la chiesa cattolica dovrebbe astenersi nel far sentire le proprie opinione allo stato e all’opinione pubblica a differenza della chiesa valdese o e di altre realtà del protestantesimo italiano che invece eserciterebbero tale libertà al punto da sventolare battaglie come l’eutanasia, diritti legali alle coppie di fatto e omosessuali, togliere il crocefisso e altro discussioni politiche che non appartengono ad una chiesa che dovrebbe semplicemente limitarsi di parlare di vangelo. Ricordo anni fa di essermi recato a visitare una chiesa valdese /metodista nel veneto ansioso di voler udire della sana teologia cristiana nella quale Cristo veniva predicato e posto al centro di ogni discussione. Mi capita invece di sentire invece parlare di crocefissi da togliere nei luoghi pubblici, di ora religione da eliminare ed altre discussioni politiche Ad un certo punto indignato per la policizazzione della chiesa mi sono alzato e dopo aver espresso la mia opinione me ne sono andato con la percezione di essermi trovato in un semplice circolo politico intellettuale politicamente facilmente inquadrabile per le banali e prevedibili osservazioni con membri a mio parere confusi vacillanti tra semplice politica e qualche trascino di cristianesimo riciclato per camuffare l’intera operazione Purtroppo volente o dolente questa e’ stata

05.10.2009 15:10 - jhansen ha scritto:
Caro Erasmus, la sfida della laicità non porta ad uno stato svuotato di etica, non è un accontentare tutti, ma lo stato laico è uno stato in cui ognuno ha la possibilità di mettersi in discussione e di contribuire in questo modo alla crescita della polis, senza che altri in partenza neghino alle posizioni altrui una validità. Come già detto lo stato laico non può accettare assolutismi ma lo può senza per questo brancolare nel buio.

04.10.2009 12:10 - ERASMUS ha scritto:
io personalmente nel ribadire in continuazione la laicità' vedo una semplice susa per poter fare quello che si vuole senza alcun principio morale Credo invece alla democrazia che volenti o dolenti permette al fin fine che la maggioranza esprima la propria opinione Non credo lo stato debba essere naturale nei confronti delle sensibilità o ideologie dei cittadini altrimenti diventerebbe un semplice dittatore dal momento che penso la neutralità' nei confronti delle ideologie e religioni nella realtà' non esiste Lo stato deve invece esprimere la volonta'' della maggioranza cittadini con il rischio di poter essere anche in minoranza Accontentare tutti e' impossibile e a mio parere non accontenta nessuno

17.09.2009 21:09 - jhansen ha scritto:
Caro marcolaico, vedo che esprimi le idee molto vicine alle mie. Sottolineo per questo la tua affermazione di "non da primi della classe". Infatti, per me il metodo laico parte dal presupposto che il dialogo e il confronto non possono svolgersi autenticamente e direi laicamente se ci sono dei pesi diversi. Il dialogo dev'essere reciproco non dall'alto al basso. Ciò non toglie niente al ruolo centrale di Cristo per la mia vita che voglio comunicare anche a chi mi sta di fronte.

15.09.2009 15:09 - marcolaico ha scritto:
ciò che è e resta assoluto è l'unicità di Cristo, una unicità che che apre all'altro (non c'è più nè giudeo nè greco...) senza pensare che il cristiano sia in una posizione di "primo della classe" dal punto di vista etico. ritengo che nella polis, il solo patrrimonio che possiamo presentare come cristiani sia l'apertura e il tentativo della comprensione di ciò che ci è estraneo, più che l'arroccamento su principi che vorremmo fossero assoluti. io mi sento protestante, fondamentalista, avendo come fondamento solo Cristo, ed allo stesso tempo laico fino nel midollo.

15.09.2009 14:09 - marcolaico ha scritto:
mi piacerebbe continuare il dialogo con Erasmus, il protestantesimo storico viene accusato di relativismo etico, mi pare di comprendere che l'accusa riguardi l'operazione del rendere relativi, cioè suscettibili di critica storica e umana, alcuni principi che dovrebbero invece essere ritenuti fondamentali ed inalienabili per ogni cristiano. qui sta a mio parere il divario tra laicità e confessionalismo: esistono dei cristiani la cui fede presuppone l'esistenza di un bagaglio di valori (famiglia, chiesa...) che sono esclusiva emanazione del Dio di Gesù Cristo, e tali devono essere diffusi nella società, pena la perdita della centralità della rivelazione cristiana; ci sono invece cristiani che vedono in Cristo l'unico, definitivo valore che abbiamo ricevuto, riconoscendo nel battesimo e nella santa cena i segni sella Sua salvezza per tutta la creazione. punto e basta. tutto ciò che viene dopo: la chiesa, la famiglia, il sesso... sono elementi che riguardano la vita umana e in quanto tali non sono sottoposti all'assoluto delle leggi bibliche intese in senso letterale, ma all'assoluto della rivelazione in Cristo testimoniato dall'intera Bibbia. alla base della laicità del protestantesimo non c'è quindi un relativismo di valori, quanto la consapevolezza che i valori in cui siamo radicati sono sempre e solo delle realtà umane, ciò che è, e deve restare assoluto (in questo occorre essere fondamentalisti), è la rivelazione di Dio in Gesù Cristo, che apre in modo assoluto all

12.09.2009 10:09 - jhansen ha scritto:
Caro marcolaico, mi trovo molto d'accordo con il tuo intervento, soprattutto perché è ancorato nel Dio diventato uomo che abbatte ogni barriera. E' questa la vera rivoluzione di Cristo che l'apostolo Paolo confessa in Galati 3,28: Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. Una confessione che sottolinea che in Cristo la diversità non è più ragione per giochi di potere ed esclusione ma invito a vivere inclusivamente la sfida del diverso.

10.09.2009 13:09 - marcolaico ha scritto:
lo pseudonimo che mi sono scelto riflette la mia impostazione su questo argomento, mi unisco a Sergio nella richiesta fatta ad Erasmus nel provare ad immedesimarsi in un esponente di una piccola minoranza non Cattolico-romana, il tentativo di fare ascoltare una voce diversa è costantemente messo a tacere, zittito come se si toccassero temi troppo sacri per essere affrontati da un comune cittadino. mi trovo completamente d'accordo col professore di Jahnsen, anzi devo dire che forse è stata quella rivelazione ad aprirmi la strada verso Gesù Cristo: Dio che si fa uomo per abbattere ogni ostacolo o scalino che noi frapponiamo tra Lui e noi. proprio in virtù di questo mi ha colpito la frase di Sergio secondo cui la laicità non è fra le urgenze di Dio. io non ne sono così certo, è pur vero che il messaggio di Cristo si rivolge ai deboli, agli oppressi, per cui l'attenzione del credente potrebbe in via prioritaria essere indirizzata ad altri ambiti, ma mi sembra che questo abbattimento delle barriere operato da Cristo, abbia una laicità di base, Creativa, evangelica . lo so bene che i contemporanei di Gesù, i padri della chiesa, i riformatori, non avevano neanche lontanamente l'idea della laicità attuale, ma la morte di Gesù ha determinato lo strappo della cortina del tempio, la fine di ogni religione, intesa come struttura legale umana atta a raggiungere Dio. essa non è più necessaria perchè Gesù sta in mezzo a noi. per questo credo che la laicità sia profondamente evangelica:

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