dialoga con noi

Argomento di discussione: Laicità dello Stato



10.09.2009 00:09 - sergio ha scritto:
Mi scuso della lunghezza ma è difficile farsi capire in poche parole... L’ignoranza e la confusione dei nostri contemporanei non ha bisogno di spot pubblicitari, né di messaggi ambigui, o specchietti per le allodole, ma annunci e testimonianze chiari e veri sui problemi della vita di oggi e di quella futura, anche e soprattutto eterna. La Bibbia è lo strumento che ce li fornisce. Lo Spirito di Dio è la guida. Gli evangelici o i protestanti li conoscono. La laicità, ripeto pur essendo un’urgenza sociale per il nostro paese, non è un’urgenza per Dio. Le persone che sono morte negli ultimi cento anni, in modo anche drammatico e per colpa delle guerre fratricide (fascismo e nazismo) non si preoccupavano del laicismo o altre cose simile e la chiesa che cosa ha fatto per annunciare loro il perdono dei loro peccati e la vita eterna? Sicuramente Dio ha fatto qualcosa che forse noi neanche ci immaginiamo. Chi ha letto le lettere di Jervis “Il filo tenace” prima della sua esecuzione, si può rendere conto come quell’uomo (valdese e uno dei tanti) pur essendo convinto della resistenza, ha messo al primo posto Dio. Quante persone si sono ricordate di Dio e lo hanno incontrato nella peggior sofferenza (ovviamente non è che Dio si compiaccia nel far soffrire le sue creature e la sofferenza non è un mezzo per redimerci)! La mancanza di laicità nel nostro paese non è giusta… da una cosa non giusta siamo capaci di far circolare un messaggio che faccia conoscere il piano di salvezza di Dio?

09.09.2009 23:09 - sergio ha scritto:
Il modo di parlare alla Samaritana o agli scribi e ai farisei aveva lo stesso obiettivo anche se con approcci diversi, mai sottacendo la verità che riguardava “l’altro”. Questo era il Maestro!

09.09.2009 23:09 - sergio ha scritto:
Capisco il tuo professore che probabilmente una relazione con Dio senza barriere ed ostacoli. Ma la mia osservazione riguardava, non tanto la laicità ma uno slancio disinteressato e senza riserve verso chi si trova nel bisogno (in particolare spirituale), un po’ come un pronto soccorso che scavalca la burocrazia e altre inutili esigenze per “salvare” un malato in pericolo di vita. Giovanni Battista, contemporaneo di Gesù, con i suoi appelli al ravvedimento non andava tanto per il sottile nel denunciare l’incoerenza, altro che togliere il terreno di sotto i piedi! L’obiettivo non era quello di una tavola rotonda o una conferenza sui problemi sociali o di governo del tempo! Le varie parabole (la pecora perduta, la dracma, il gran convito, la stessa missione di Gesù – bisogna che io compia le opere che il Padre mi ha mandato a fare – i capp. Escatologici di Matteo e Luca (Mc 13:10 Lc 4:43 Mt 7:13 Gv 3:7, mettono in evidenza l’urgenza di un annuncio “radicale”, senza ambiguità, per uscire da un terreno minato e pericoloso dal quale chi ne è intrappolato se non lo fa, rischia la morte eterna (oltre che una vita senza senso). La prudenza che tu attribuisci a Gesù, secondo me non rispecchia il carattere di Gesù Cristo che ha riconosciuto in Giovanni Battista un suo giusto precursore. C’è in Gesù un profondo ed alto rispetto per la responsabilità dei sui interlocutori ai quali non liscia il pelo, attirando su di sé l’odio, la gelosia e l’invidia. Il modo di parlare alla Samaritana

09.09.2009 08:09 - jhansen ha scritto:
Caro Sergio, è chiaro che la parola laicità non si trova nella Bibbia, è un concetto che è ben più giovane. Tento comunque una risposta. Mi ricordo una parola del mio professore del Nuovo Testamento che diceva: Gesù ha fortemente profanato il mondo. Ciò vuol dire che Gesù ha tolto di mezzo la distinzione fra sacro e profano, ha parlato invece di un mondo profano in cui noi viviamo, un mondo senza luogo sacro, un mondo in cui noi viviamo di fronte a Dio. Siamo nel mondo e in esso ci vuole un metodo per non cadere nella trappola della sacralità. Il secondo punto è: Gesù stesso non si impone, non costringe nessuno, sarebbe contrario all'amore che egli vive, ma invita, propone, offre, questo secondo me è ciò che siamo chiamati a fare come credenti in un mondo profanato da Gesù stesso.

08.09.2009 18:09 - sergio ha scritto:
"togliere il terreno sotto i piedi del tuo interlocutore"? La sfida positiva della laicità… ecc. Pur essendo favorevole alla laicità per il nostro paese, dove si trova questo metodo di interloquire nell’insegnamento degli apostoli e in quello di Gesù? O negli scritti del Nuovo Testamento? La verità oggettiva della fede nella Bibbia è chiara, quella soggettiva di meno. Se parliamo di come va guidato un paese è un cosa, se parliamo di come deve comportarsi un cristiano in qualunque paese (democratico o non) e un’altra. Ovviamente preferisco vivere in un paese democratico (che è il risultato delle preghiere e della presenza di cristiani veri che pregano) dove la laicità è un principio di uguaglianza (non sempre rispettata) tra i cittadini.

08.09.2009 08:09 - jhansen ha scritto:
Caro Sergio, comunque sono convinto che anche la tua constatazione non deve togliere il terreno sotto i piedi del tuo interlocutore. La sfida positiva della laicità come metodo di confronto è non tanto constatare ciò che fa l'altro ma dire la tua, offrire la tua fede, la tua spiritualità, il tuo impegno e ascoltare l'altro che ti spiegherà perché è così com'è. Da questo modo può nascere tanto.

02.09.2009 - sergio ha scritto:
a Jhansen provo spiegare:L’espressione che ho usato non, ha l’intenzione di discriminare ma di constatare. Quando una religione non lascia liberi i suoi seguaci, li obbliga ad ottemperare a certe regole pena l’esclusione, l’emarginazione sempre dipendente dai superiori, si allontana e non rispecchia la libertà che Cristo ha insegnato ai discepoli. I responsabili di quella religione si sostituiscono al Capo, al Maestro, al Signore e infine a Dio, perciò sono una setta. Le regole che ci si dà in una religione cristiana, se vuol essere tale, deve rispecchiare la prassi sperimentata dalla chiesa primitiva, semplice, efficace essenziale (e non sovrastrutture che si sono incrostate durante i secoli). È il Signore che aggiunge o toglie dalla sua chiesa e non gli uomini, se poi essi hanno una responsabilità, quella non dipende da equilibri interni ma da una stretta dipendenza da Dio. C’è una verità di cui non si tiene abbastanza conto è che la chiesa di Cristo è di Cristo e non nostra. Io dialogo con tutti, ma non posso tace su ciò che la Bibbia e riuscita a convincermi… poi si può sempre discutere.

02.09.2009 19:09 - jhansen ha scritto:
Caro Sergio, ho letto con interesse il tuo intervento e vedo che la tua vita, la senti nelle mani del Signore. E questo è un grande dono. Ciò che a me però è difficile capire è il tuo modo in cui descrivi la chiesa cattolica, dicendo che essa è una setta. Mi sembra un pò duro e poco adatto al discorso della laicità aperto qui. Se laicità è un metodo in cui mi apro all'altro accettando che il credo dell'altro è autentico, non posso fare una tale affermazione. Secondo me la fedeltà al Signore di cui parli significa anche questo. Tradotto nel tema della laicità significa: per mettermi in discussione e per offrirmi con la mia testimonianza all'altro non posso partire con un'identità negativa cioè che nega all'altro la fede, ma posso partire dicendo che cosa è importante per me e qual'è il fondamento su cui mi muovo.

02.09.2009 - sergio ha scritto:
Certi laici e loro aspettative sono migliori e più giuste (cioè dalla parte della giustizia, quella citata nelle Beatitudini, che non conosce privilegi e favoritismi – condannati da Dio) di ciò che vedo e vivo nel mio paese da un mucchio di anni. Per questo i cristiani dovrebbero aprire i loro occhi e le loro orecchie a ciò che lo Spirito di Dio dice loro e non alle sirene (ovvero al diavolo) che fa vedere lucciole per lanterne, bugie per verità. Se puoi qualcuno vuol farsi guidare da ciechi e zoppi libero delle sue scelte, anche se soffro per loro.

02.09.2009 - sergio ha scritto:
So che il Signore mi ha accolto come suo figlio ed io, grazie a Gesù e al suo sacrificio per i miei (e nostri) peccati ho conosciuto il solo ed unico Padre, quello di cui parla suo Figlio nella preghiera sacerdotale. Non mi sento né privilegiato, né meglio di altri. Mi sento e sono uno dei tanti peccatori perdonati; punto e basta. Questo mi è sufficiente. Se anche tu hai fatto questa esperienza dovremmo riconoscerci fratelli… sta a te valutare, non io. Se non ne sei sicuro chiedi a Dio il perché! Prima di mettere delle etichette sugli altri. La comunione dei santi c’è stata senza l’ecumenismo. Se sono valdese è per un motivo di vissuto personale temporaneo che dura da circa vent’anni e non so quando finirà, forse domani o mai! In ogni caso se il Signore mi farà capire che qui non sarò più utile alla sua causa, mi indicherà certamente un’altra chiesa per poterlo servire. Infine se leggi il discorso di Paolo all’aeropago dice agli ateniesi (molto religiosi) che Dio non abita in templi fatti da mani d’uomo… già questo non ti sembra sufficiente a declassare i tuoi e i nostri riti con relativi templi? A meno che l’evangelo e la Bibbia non abbia per te valore normativo… allora è tutto un parlare a vanvera. Cerco di essere un buon cittadino consapevole che l’autorità umana (il magistrato, come lo chiama il NT) è voluta da Dio. Ma se questa non rispetta la giustizia (e Dio) mi oppongo perché preferisco ubbidire a Dio che agli uomini. Certi laici e loro aspettative sono migliori e p

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