Argomento di discussione: Laicità dello Stato
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18.08.2009 - jhansen ha scritto: |
Tornando da un week-end senza internet vedo con piacere che la discussione sulla laicità ha preso forma. Come prima cosa vorrei seguire la proposta del moderatore_del_forum di tentare una definizione di laicità appoggiandomi proprio sul suo intervento in cui fa riferimento ai documenti delle chiese valdesi e metodiste in questione quando scrive: «l_hanno definita piuttosto come sistema di separazione tra le confessioni religiose e lo Stato: non una ideologia, quindi, ma piuttosto un o una a garanzia della libertà di chi crede e di chi non crede; ma soprattutto a tutela della convivenza e del pluralismo.» Sono d_accordo con questa affermazione e darei perciò la mia definizione nel seguente modo: la laicità è il modo di convivenza e di dialogo all_interno della società moderna e pluralista che tiene conto che nessuna voce, religione, ideologia … può pretendere di essere assoluta. Ognuno offre il suo contributo sull_agorà e da questo nasce la sfida della convivenza civile e dell_organizzazione della stessa.
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18.08.2009 - Emanuele ha scritto: |
Probabilmente quando vi saranno più utenti su questo forum riuscirai ad ottenere risposte più adeguate alle tue aspettative. Per il momento accontentati di "scagliare la pietra".
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17.08.2009 - Emanuele ha scritto: |
A questo punto sarebbe quasi da domandarsi se è meglio riflettere su una Laicità dello Stato oppure su una Statalità della Chiesa...ovviamente di Tutte le Chiese.
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17.08.2009 - ERASMUS ha scritto: |
Mi domando se Valdo e i suoi seguaci erano interessati alla laicità e neutralità dello stato o se volevano semplicemente e giustamente annunciare il vangelo con la propria vita
Non ricordo Cristo aver incoraggiato a propagandare il suo messaggio in sole alcune zone della società ma a contrario ricordo abbia esplicitamente espresso di portarlo fino ai limiti del mondo
Io gradire ed inviterei alcuni teologi ed intellettuali protestanti italiani a leggere se stessi e a domandarsi in che cosa veramente credono
Servire Cristo fino alla morte o la laicità al punto da investire tante se non tutte le energie nel creare questa ipotetica imparzialità dello stato nel difendere altre religioni che poi magari non hanno chiesto di essere aiutate?
Vorreste uno stato completamene cristiano nelle tradizioni identità e nella pratica o uno stato multi religioso con religioni diverse che convivono con quella cristiana?
Penso che se scegliete la prima allo siete ancora cristiani se invece la seconda allora inviterei a farsi un serio esame di coscienza rivedendo se stessi e cercando dove veramente si appartiene
Il mondo ha bisogno di testimonianze chiare coerenti e non confuse altrimenti si può sempre umile farsi da parte e fare spazio a chi lo può fare
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17.08.2009 - ERASMUS ha scritto: |
Personalmente a me della laicità come cristiano non può fregarmene di meno peso sia stato chiaro dai mie interventi.
Poi se ce ne e poca benissimo allora può solo fare beneficiare il vero cristianesimo che fino a prova contraria esprime il meglio in uno stato di persecuzione.
A me dispiace affermare che questo dibattito nelle chiese protestanti italiani a mio parere e un semplice sintomo di secolarizzatone interna, perdita di identità che porta a strumentalizzare la chiesa per poterla utilizzare come un semplice partito politico.
Mi piacerebbe riveder le mie posizioni tuttavia penso sarà molto difficile
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17.08.2009 - ERASMUS ha scritto: |
Personalmente a me della laicità come cristiano non può fregarmene di meno peso sia stato chiaro dai mie interventi.
Poi se ce ne e poca benissimo allora può solo fare beneficiare il vero cristianesimo che fino a prova contraria esprime il meglio in uno stato di persecuzione.
A me dispiace affermare che questo dibattito nelle chiese protestanti italiani a mio parere e un semplice sintomo di secolarizzatone interna, perdita di identità che porta a strumentalizzare la chiesa per poterla utilizzare come un semplice partito politico.
Mi piacerebbe riveder le mie posizioni tuttavia penso sarà molto difficile
Mi domando se Valdo e i suoi seguaci erano interessati alla laicità e neutralità dello stato o se volevano semplicemente e giustamente annunciare il vangelo con la propria vita
Non ricordo Cristo aver incoraggiato a propagandare il suo messaggio in sole alcune zone della società ma a contrario ricordo abbia esplicitamente espresso di portarlo fino ai limiti del mondo
Io gradire ed inviterei alcuni teologi ed intellettuali protestanti italiani a leggere se stessi e a domandarsi in che cosa veramente credono
Servire Cristo fino alla morte o la laicità al punto da investire tante se non tutte le energie nel creare questa ipotetica imparzialità dello stato nel difendere altre religioni che poi magari non hanno chiesto di essere aiutate?
Vorreste uno stato completamene cristiano nelle tradizioni identità e nella pratica o uno stato multi religioso con religioni diverse c
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17.08.2009 - Emanuele ha scritto: |
Per adeguamento sociale intendo una forma di passività di una parte della società. La quale dovrebbe predisporsi maggiormente ad approfondire le tematiche cristiane.
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17.08.2009 - Emanuele ha scritto: |
Non pensavo di doverlo evidenziare, ma dato che mi è stato richiesto rispondo che per me i Testi Biblici sono Parola di Dio e divinamente ispirati. Detto questo, si fa forse più proficuo capire se vogliamo parlare di laicità dello Stato rapportata al messaggio di Dio, oppure vogliamo parlare di laicità dello Stato inserita in un contesto sociale attuale, a prescindere che sia cattolico o Valdese. Discernere la concezione di laicità su questi due piani iniziali, ovvero laicità nella Parola o nello Stato, mi pare il presupposto per continuare a parlarne in questa sezione. Se Erasmus rileva il fatto che nella Parola non si fa cenno alla laicità, non mi è dunque impossibile però ragionarne in termini attuali. Osservando nei tempi di oggi come venga vissuta una laicità.
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17.08.2009 - ERASMUS ha scritto: |
Emanuele se non riesce ad allinearmi col il mio pensiero non si preoccupi quando si parla di cristianesimo io non sono interessato a creare un consenso che magari non esiste ma a cercare la verità che nel vangelo sa unire ma anche spesso dividere
Mi spieghi per favore cosa intende per "adeguamento sociale". quando parliamo di italiani che seguono la chiesa cattolica cosa che a mio parere se menzionata a molti degli Italiani seriamente praticanti che conosco continuo a pensare che potrebbe suonare come una profonda offesa
Mi fa piacere che concordi sul mio concetto di laicità nonostante ho molta difficoltà ad immaginare chi a parole non lo sia. Rimango un po’ deluso dal fatto che sembra che volontariamente o involontariamente ha sorvolato completamene la prima parte del mio intervento nella quale domando dove esiste il concetto di laicità nei testi sacri.
Ma arriviamo al nocciolo che penso faccia la vera differenze.
Concordiamo che i testi biblici sono dal primo scritto all’ultimo parola di Dio e divinamente ispirati o no? In caso di no allora penso ogni possibile confronto dal mio punto di vista diventa per me insignificante o va posto in termini completamene diversi da quelli che pensavo avessimo impostato da questi brevi interventi
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16.08.2009 - Emanuele ha scritto: |
Non intendo vanificare l'intervento del Moderatore, il quale in qualche modo ha smussato gli spigoli che questa tematica produce. Tuttavia non riesco ad allinearmi completamente con la visione di Erasmus. Questo perchè quando parliamo di italiani che seguono la chiesa cattolica spesso mi viene alla mente (per una parte di essi) la parola "adeguamento sociale". Percepisco poi una "strana distrazione" nella chiesa cattolica quando parliamo di cultura religiosa nella nostra comunità italiana. Non mi permetto di dire che c'è una parte "del popolo italiano non capace di intendere" e quindi di marionette, però mi concedo il beneficio del dubbio sul fatto che tutti i cattolici italiani abbiano davvero chiarezza nel definirsi tali. Mi riallineo però con il concetto di Erasmus sul fatto che uno Stato laico dovrebbe garantire la libertà di opinione. Sempre però che l'opinione sia un frutto di una pura conoscenza e valutazione delle cose, senza tendenziosità subdole rivolte ad amministrare consensi sociali.
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