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Camarda (AQ), 21 giugno 2009. Frustrazioni e speranze
di Elisa Carri

La convivenza nelle tende diventa sempre più difficile e la situazione all’interno del Campo di Camarda sta cambiando. Un generale senso di insoddisfazione si sta diffondendo sempre di più tra la popolazione di ogni fascia d’età. Questo senso di angoscia e noia deriva dalle condizioni in cui si sta vivendo da ormai quasi tre mesi e la gente è scoraggiata perché non vede cambiamenti concreti. Si spera nella costruzione delle case che sono state loro promesse, ma la gente è sempre più sfiduciata in quanto non si vede neanche l’inizio dei lavori. Intanto si sta facendo avanti la paura per l’arrivo del mal tempo e dei cambiamenti climatici, (da metà agosto in questi posti inizia a nevicare) e l’idea di vivere ancora a lungo nelle tende demoralizza. Alcuni membri della tendopoli sono arrabbiati nei confronti di chi è ancora ospite negli alberghi lungo la costa. C’è chi desidererebbe un cambio di sistemazione per avere la possibilità di cambiare aria. C’è chi ha la casa agibile ma continua ad essere membro della tendopoli e c’è chi continua a sfruttare quei pochi benefici che questa situazione comporta. Si sono verificati dei piccoli furti, dai saponi all’interno dei bagni ai giocattoli e vestiti all’intero di un magazzino.

Purtroppo questa situazione sta portando la popolazione a non avere regole e alcun tipo di controllo. Ci si sta adagiando a questo senso di incertezza sul proprio futuro, incertezza sulla propria casa. Molti sono demotivati, infatti anche chi potrebbe andare a lavoro preferisce non andarci perché tornare in tenda, stanchi dopo una giornata impegnativa e ritrovarsi nella situazione attuale è scoraggiante. Così si preferisce stare fermi...
Si è verificato uno scontro verbale e fisico tra due membri della popolazione a causa di una banale battuta, questo è indice di come le relazioni interpersonali stanno diventando sempre più tese e la situazione incontrollata.
Manca la collaborazione da parte dei membri della tendopoli che potrebbero non solo collaborare con la protezione civile, ma anche tra di loro per la gestione dell’organizzazione interna del campo stesso. I volontari avvertono questo senso di assenteismo.

Una giornata "tipo" di una madre prevede: svegliarsi presto e dedicarsi alla pulizia della tenda, al lavaggio delle lenzuola e dei vestiti. Poi si chiacchiera per tutto il giorno con i vicini, aspettando l’ora di pranzo. Il pomeriggio ci si riposa. A volte la giornata è intervallata dalla pulizia dei bagni, quando è il proprio turno e da alcune commissioni personali, da fare all’esterno del campo. La giornata è diversa per chi lavora e quindi trascorre la maggior parte del tempo fuori dal campo.
I padri di famiglia, se lavorano seguono l’orario d’ufficio per poi rientrare la sera. Gli anziani specialmente, se possiedono del terreno si dedicano alla cura del proprio orto. Comunque resta la situazione difficile, demotivante che si vive nel campo che scoraggia questa gente.
Purtroppo sta mancando qualsiasi tipo di controllo e mancano delle regole all’interno del campo.
I bambini si svegliano tardi la mattina, in quanto la sera si addormentano altrettanto tardi. Sfuggono a qualsiasi controllo, che viene meno innanzi tutto dalle loro famiglie. Spesso giocano in modo non educato e non responsabile provocando danni al campo stesso rendendolo sporco e non si preoccupano invece della sua manutenzione. Giocano anche in spazi comuni, come i bagni, hanno pochi stimoli e si sfogano nel gioco incontrollato. Pochi bambini partecipano alla scuola estiva che in alcuni giorni viene organizzata da una mamma della popolazione che è insegnante.

Tra i giovani, dai 20 ai 30 anni, c’è chi lavora e chi no. Si è stilato un calendario per la pulizia dei bagni del campo e loro sono coloro che non rispettano i turni. La sera si riuniscono tra loro e spesso si abbandonano ai vizi come quello dell’alcool e del fumo. Si è verificato che alcuni di loro si sono ubriacati e sentiti male, non si controllano e spesso non tengono conto dell’intera popolazione e del rispetto che bisogna avere nei confronti di tutti i membri della tendopoli, anche attraverso la gestione e manutenzione degli spazi comuni.
Tali fenomeni si verificano in qualsiasi comunità, a prescindere dalla situazione attuale che si sta vivendo. Certo la condizione di "terremotati" ha portato senza ombra di dubbio a dei cambiamenti a livello personale: chi non fumava ora lo fa, chi fumava poco ora lo fa tanto, chi era tranquillo ora è irrequieto e per contrasto chi era socievole e di compagnia ora tende ad isolarsi. Bisogna però capire le modalità e il perché con cui si verificano tali cambiamenti.

Rimane difficile coinvolgere la popolazione per degli incontri di gruppo in quanto manca la voglia e prevalgono invece la noia e il disinteresse.
Continuano gli incontri singoli con chi ha voglia di parlare.
Siamo in attesa della tenda che potrà essere allestita nel campo di S. Biagio e dei volontari di cui si ha bisogno per organizzare le attività all’interno dei campi.
Intanto stiamo preparando il soggiorno per alcuni bambini, accompagnati da una mamma, presso il centro di Ecumene (Velletri, RM).

 
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