Origine dei predicatori
Nella chiesa cristiana in epoca antica e medievale la predicazione sui testi biblici era affidata o ai vescovi, nel corso della messa, o ai religiosi degli ordini francescani e domenicani detti appunto ordini dei predicatori. Con la Riforma protestante e l'importanza che assume la riflessione biblica, la predicazione che accompagna ogni culto viene affidata ai pastori che hanno per questo compiuti appositi studi di teologia. Questa prassi si mantiene tuttora presso tutte le chiese evangeliche.
Una profonda innovazione si ebbe nel XVIII secolo quando sorse il movimento di Wesley, conosciuto poi come il metodismo, quando nell'impossibilità di rispondere a tutte le richieste di predicazione vennero scelti laici, e cioè non ministri ordinati, a cui fu affidato il compito di fungere da mediatori tra il ministero pastorale e i credenti delle assemblee. Nacque così una nuova figura di apostolato denominata appunto dei Predicatori laici.
Le chiese valdesi e metodiste hanno mantenuto questa tradizione dando un carattere più istituzionale ai predicatori e curandone la formazione nel quadro dell'U.P.L. (Unione Predicatori Locali). Ne sono membri i fratelli e le sorelle delle comunità che avendo seguito un corso di formazione si mettono a disposizione delle chiese per questo servizio di riflessione biblica.
Sono organi dell’Unione il comitato e l’assemblea.
Il comitato cura il collegamento, convoca l’assemblea a cui relaziona su temi riguardante il ministero della predicazione, l’organizzazione, la formazione e l’aggiornamento,sulla situazione finanziaria, esegue i mandati affidatigli dall’assemblea, nomina i delegati alle conferenze distrettuali e al sinodo, eroga dei buoni libri ai predicatori locali.
Dal punto di vista economico finanziario l’U.P.L. si regge sulle offerte provenienti dalle varie chiese. Una colletta speciale viene indetta, annualmente, dalla Tavola Valdese.
I predicatori locali sono quei membri di chiesa che mettono il loro dono a disposizione della chiesa locale perché lo riconosca e lo valorizzi. Nelle chiese protestanti la predicazione dell’Evangelo e l’amministrazione dei Sacramenti, non essendo prerogativa esclusiva dei pastori il riconoscimento dei ministeri, sono affidati alla chiesa stessa.
Come si diventa predicatore locale. Il consiglio di chiesa trasmette, tramite il consiglio di circuito, il nominativo del membro di chiesa che aspira a diventare predicatore locale alla commissione permanente studi che formula un piano di studio personalizzato con il candidato. Terminato il corso di formazione con esito positivo, il predicatore locale viene inserito nell’elenco dei predicatori locali, tenuto dal Circuito e contestualmente nel ruolo nazionale. Si accede al ruolo dei predicatori locali anche con il diploma di teologia integrato da esercitazioni omiletiche.
Alla data del 31 dicembre 2005 i predicatori locali riconosciuti erano 105. Accanto a questi vi sono predicatori e predicatrici che esercitano il loro compito di predicazione solo nella chiesa locale.
Questo piccolo esercito di volontari della predicazione rappresenta una grossa risorsa che la chiesa deve sapere utilizzare al meglio.
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