Per
tutto il XVIII secolo però i valdesi vissero ancora emarginati e
oggetto di una legislazione discriminatoria che ne faceva dei cittadini
di seconda categoria chiusi nel loro territorio all'incirca come
gli ebrei nel ghetto.
Dovettero attendere il 17 febbraio 1848 per vedere riconosciuti
i loro diritti civili e politici dalle Lettere
Patenti di Carlo Alberto.
I loro diritti civili e politici vennero riconosciuti dall'editto
promulgato da Carlo Alberto il 17 febbraio 1848 (in ricordo del
quale i valdesi festeggiano a tutt'oggi quella data), ma la religione
cattolica restava religione dello Stato e di conseguenza i principi
moderni della separazione della Chiesa dallo Stato e della libertà
religiosa non vennero attuati; né la chiesa cattolica né la società
italiana erano pronte ad accoglierre queste istanze del mondo moderno.
I valdesi si impegnarono invece attivamente nella difesa di questi
principi, dal Risorgimento alla Resistenza, convinti della loro
importanza per il rinnovamento politico e sociale del paese.
Con il 1848 e l'inizio del Risorgimento i valdesi non furono più
i soli evangelici presenti in Italia. Gruppi di esuli politici in
Piemonte e di ritorno dall'Europa diedero vita ad una chiesa libera
italiana, altri accolsero invece la predicazione di missionari giunti
dal mondo anglosassone esponenti delle chiese metodiste e battiste.
Per esprimere questo impegno nella vita sociale della nazione
sia i valdesi che gli evangelici usarono il termine "evangelizzazione".
Parlando di "evangelizzare" l'Italia essi non intendevano
fondare una nuova religione, ma, come Valdo, rendere attuale il
messaggio dell'Evangelo: diffondere la Bibbia, stimolando la riflessione
teologica per un rinnovamento della fede cristiana. Questa opera
di testimonianza fu effettuata a livello di predicazione con l'apertura
di sale di conferenze e di locali di culto, ma si espresse anche
nel campo dell'assistenza e con particolare impegno in quello dell'educazione.
Venne creata una diffusa rete di scuole elementari e si può dire
che ogni comunità evangelica ebbe una sede scolastica; il maestro
insieme al venditore di Bibbie fu il personaggio tipico dell'evangelismo
italiano. Ed accanto alle scuole, convitti, orfanotrofi, scuole
di artigianato, altrettanto intenso fu l'impegno nel campo sanitario
ed assistenziale con fondazioni di ospedali, ricoveri per anziani,
asili. |