Alcune famiglie sono rientrate a casa (categoria A), ma resta ancora tanta paura e molte sono le difficoltà che si incontrano nell’abituarsi ai propri spazi. Rimane difficile dormire tranquilli di notte, in casa propria, anche per via delle scosse di assestamento che qualche volta si avvertono. Nel campo era bello uscire dalla tenda e incontrare tante persone, avere tutti gli abitanti del paese raccolti in un unico spazio. Ora invece chi rientra in casa, si ritrova in un paese disabitato e silenzioso. C’è poi, chi pur avendo la casa agibile, non può rientrarci perché affiancata da abitazioni pericolanti. Nel paese di Camarda soltanto un edificio è stato messo al sicuro con le impalcature di sostegno, ma per il resto tutto è rimasto come 6 mesi fa. Vedere la tendopoli che si sta spopolando trasmette tristezza anche a chi resta. Pian piano le tende vengono tolte e si avvicina sempre di più la chiusura.
Anche tra i giovani l’idea che a fine mese non si sa dove si starà, crea un po’ di sconforto. La stessa vita nel campo è divenuta, col passare dei mesi, una certezza, una sicurezza e ora invece è arrivato il momento di cambiare nuovamente. Ecco che ritornano i dubbi: dove andremo a finire? Come affronteremo l’inverno? Ma le case in costruzione saranno pronte davvero per tutti?
La costruzione dei moduli abitativi continua, non a tutti piace l’estetica delle casette e molti comunque ribadiscono il fatto che si tratta di una sistemazione forzata, dovuta al fatto che si è perso tutto e quindi, si ritorna a pensare a tutta la tragedia subita. Le case non saranno pronte a fine mese e nel frattempo la gente verrà sistemata in alberghi o in strutture pubbliche agibili, se disponibili, e c’è chi invece autonomamente cercherà casa in affitto o altra sistemazione. |