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Seimila sfollati ancora sotto le tende

"Ricostruire le case, ricostruire le comunità"

"A Camarda il campo che accoglieva alcune decine di sfollati è stato spazzato via dalle trombe d'aria dei giorni scorsi. Seimila persone sono ancora senza un tetto stabile sulla testa e rifiutano di spostarsi in alloggi temporanei o negli hotel a decine o centinaia di chilometri dalle loro proprietà o dalle proprie attività". E' questo il grido d'allarme di Giovanna Mei, una delle operatrici di servizio sociale che operano nelle zone terremotate per conto della Tavola valdese e dell'Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI) in un progetto coordinato dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). "Siamo qui da mesi – prosegue Giovanna Mei – e abbiamo partecipato alle diverse fasi dell'intervento della Protezione civile: dalla prima emergenza, sino ad oggi. E devo dire che se all'inizio l'intervento è stato tempestivo ed efficace, in questa fase emergono ritardi e confusione: qualche centinaio di persone vive nelle case già consegnate dal presidente del Consiglio a Bazzano e Cese di Preturo; la Protezione civile garantisce che altri avranno una casa a breve. Tuttavia il tempo scorre e l'inverno è alle porte. Ieri c'è stata la prima nevicata e migliaia di persone non sanno che fare. Dopo mesi di permanenza nelle tende, rifiutano la proposta di un'altra sistemazione temporanea e disagiata. Come evangelici manteniamo una presenza operativa nell'area, cercando di rendere il servizio che possiamo soprattutto ai più deboli".

"In realtà siamo ancora in emergenza – aggiunge Domenico Maselli, presidente della FCEI – e non possiamo ignorare i bisogni primari di migliaia di persone ancora accampate o sistemate solo provvisoriamente. Per questo la FCEI, con i fondi raccolti nei mesi scorsi, continua a finanziare un intervento sociale nei campi ancora aperti o tra le persone che vivono in una situazione precaria o transitoria. In prospettiva - afferma ancora il presidente della FCEI – sosterremo l'impegno di alcune delle nostre chiese che stanno programmando interventi di ricostruzione a medio termine. La ricostruzione non può limitarsi alle case; deve prevedere anche luoghi di incontro e socializzazione utili a ricostruire le comunità locali".

"Siamo impegnati a collaborare alla realizzazione di centri sociali nelle aree vicine ai campi nei quali abbiamo operato nei mesi scorsi – specifica la pastora Maria Bonafede, moderatore della Tavola valdese -. Lo faremo utilizzando una quota significativa dei fondi 8 per mille. Contribuendo a costruire luoghi di incontro, formazione e aggregazione vogliamo sostenere la speranza di tanti abruzzesi che l'Aquila torni ad essere una città vera, viva e accogliente".

Tratto da NEV - Notizie evangeliche del 14 ottobre 2009

 
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