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Il libro del mese
a cura di Giorgio Tourn

Sara TOURN, L’Amico dei Fanciulli (1870-2012). L’avventura di un periodico evangelico, Monografie edite in occasione del 17 febbraio, dalla Società di Studi Valdesi, Claudiana.

L'Amico dei fanciulliLa pubblicazione del mese non è in questo caso un libro ma un opuscolo; si tratta del n° 89 di una collana di storia a carattere divulgativo che la Società di Studi valdesi propone ai suoi soci e ai membri delle chiese evangeliche in occasione del 17 febbraio, data in cui Carlo Alberto firmò, nel 1848, le Patenti di tolleranza per la minoranza valdese del suo regno.
In una sessantina di pagine l’autrice illustra, corredando il suo racconto con la documentazione fotografia essenziale, la lunga vicenda di questa pubblicazione assolutamente caratteristica dell’evangelismo italiano.

Si tratta, come ogni lettore può facilmente desumere dal titolo, di un periodico rivolto all’infanzia, in un periodo, 1870 (!), quando ancora si usava il termine "fanciullo".
Usare il paradigma dell’amicizia per definire la comunicazione del messaggio evangelico era usuale nel mondo protestante ottocentesco in cui la pubblicistica del tempo annoverava numerose testate che usavano il termine "amico" (l’Ami de la jeune fille, l’Ami de la famille), e venne usato nell’evangelismo italiano per una delle sue più geniali creazioni: "l’amico di casa", l’almanacco popolare che forniva ai colportori ed evangelisti la chiave d’accesso al popolo delle campagne e dei sobborghi cittadini.L'Amico dei fanciulli

Si tratta di una locuzione che ha una valenza spirituale assai precisa quando venga riferita, come era il caso nel cristianesimo evangelico, a Gesù Cristo: senza dimenticare o ridurre la sua immagine di Signore e Salvatore morto in croce per l’umanità, il termine amico (usato da Gesù stesso nel vangelo di Giovanni parlando dei suoi discepoli), definisce un aspetto essenziale del suo ministero: la presenza compassionevole, costruttiva, dialogante che trova il suo corrispettivo nell’amicizia.

"Quale amico in Cristo abbiamo..." è l’incipit di un inno molto noto e cantato nell’ambiente evangelico e l’"Ami" di Charles Wagner un classico della spiritualità risvegliata.
I fanciulli e le fanciulle che frequentavano le scuole diurne, che tutte le chiese evangeliche avevano aperte nel periodo risorgimentale e quelli che si radunavano negli incontri domenicali, con carattere più religioso, erano condotti da questa L'Amico dei fanciullipresenza amichevole.

Il Gesù di cui i Vangeli narrano le vicende, e in particolare l’insegnamento è figura assai diversa dall’uomo di dolore crocifisso con cui è quasi impossibile stabilire un rapporto, umanità sofferente, compartecipe di quella di tanti, fanciulli o adulti del tempo, ma muto. Questa è una figura che si colloca su un altro registro: non il Cristo del dogma, delle via crucis (a cui inevitabilmente si deve affiancare la mater dolorosa della pietà), è il Gesù di Galilea che insegna, guarisce, racconta parabole; è in primo luogo il maestro, nel senso di adulto insegnante, senza bacchetta che prendeva in braccio i piccoli fanciulli. Si trattava di allievi, è vero, non di scolari e venivano scacciati da quelli che si credevano veri discepoli ed in realtà erano solo maestri incapaci di insegnare. L'Amico dei fanciulliQuesta scena classica, con il gioco di figure: discepoli, scolari, adulti, bambini, insegnare, benedire, accogliere e scacciare ha trovato la sua immagine pittorica in molti raffigurazioni del mondo protestante. Quella classica raffigura un Gesù tradizionale, con lunga capigliatura e viso ideale, che parla, circondato da un gruppo di bimbi di tutte le razze, l’europeo e il cinesino, la negretta e l’esquimese, che lo ascoltano con occhi affascinati.

Non è un caso che questa immagine venne usata nella battaglia per difendere la propria identità dopo lo sciagurato concordato fascista del 29. I valdesi si opposero naturalmente all’obbligo di esporre il crocifisso e solo dopo defatiganti pratiche con prefettura e ministero ottennero di poter sostituire il crocifisso con il Gesù benedicente i bambini. Un’immagine vale l’altra, si dirà, è sempre il Gesù Cristo della tradizione cristiana; in realtà era un altro Gesù, quello dell’Amico dei fanciulli.

Ciò che sorprende è però il fatto che questa presenza è estremamente discreta nel giornalino di cui nostro saggio narra nelle grandi linee il cammino nell’Italia post risorgimentale, fascista, moderna. Il Gesù amico non è invadente, compare L'Amico dei fanciulliraramente in prima persona, si avvale di altri per dire la sua vicinanza, i direttori, i monitori, i corrispondenti, che raccontano, illustrano, narrano, consigliano.
Sono le figure importanti dell’evangelismo risorgimentale Mazzarella, Comba, Geymonat e poi il pedagogo Sommani, Gicoconda Salvadori e Francesco Lo Bue e le zie del Novecento Selma Longo e Berta Baldoni Subilia con un ministero decennale.

L’autrice ripercorre con documentazione esauriente e indicazioni puntuali le vicende appassionanti di questo microcosmo di poche migliaia di lettori che poco hanno a che fare con i loro coetanei che non leggono o leggono altro. Fascino particolare hanno le prime annate quando avvalendosi del sostegno finanziario e materiale dei comitati anglosassone i responsabili promuovono con il giornale quello che viene qui definito, molto acutamente, Il valore civilizzatore della religione cristiana in una prospettiva evangelica naturalmente, con l’insistenza sulla operosità e l’impegno personale del soggetto, anche infantile, nella realizzazione di un’umanità responsabile, sulla scorta di biografie esemplare i piccoli lettori sono indirizzati ad un progetto di Self-help, molto anglosassone, L'Amico dei fanciullidi realizzazione dei sé fondata sull’operosità e l’altruismo.

L’universo dei piccoli lettori e delle piccole lettrici è fatto di miseria, violenza, e ignoranza, di religione bigotta e discriminante dove egli è spesso fatto oggetto di insulti e percosse (non nel profondo ma a Bricherasio mia nonna era scortata dal fratello maggiore per recarsi a S. Secondo a scuola). Sono invitati a guardare oltre, alle figure di uomini e donne, ma anche piccoli coetanei, che hanno costruito con tenacia la loro personalità ed hanno servito il prossimo, al mondo ricco di tesori, di scoperte, di novità, alle scienze.

Un cristianesimo evangelico dunque che sorprende per l’assenza di toni polemici, si cercherebbe invano in queste migliaia di pagine una parola di critica, di denuncia nei confronti del cristianesimo come viene vissuto dagli italiani, quello di Pio IX e del Concordato; l’Amico (quello che si scrive con la maiuscola) non fa polemiche, educa con l’esempio, l’affetto, la libertà. Quello che Giorgio Spini ha narrato con scienza impareggiabile, il percorso della cristianità evangelica nelle sue vicende, i suoi protagonisti, le sue prospettive e i suoi limiti viene qui tratteggiato con tocco leggero ed efficace; un opuscolo, ma più che un opuscolo.

8 febbraio 2012

 
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