Scritto in uno stile scorrevole e preciso, impegnato e informativo, questo libro è tanto facile da leggere quanto profondo nella sostanza. Lo raccomandiamo a tutte le biblioteche e agli appassionati di diritto. È certo uno dei migliori e più necessari libri sulla Costituzione italiana in particolare e sull’idea stessa di Costituzione che si possa oggi leggere.
Fassone esaminerà i principali articoli della Costituzione, sottolineandone i principi ispiratori, ma prima di farlo premette un capitolo sul valore ideale e pratico di una carta costituzionale. Spiega poi quale sia il «fondamento» della Costituzione stessa (e su questo ritornerò). Il terzo capitolo narra e commenta le vicende della nascita della Costituzione e il ruolo che vi ebbe la Resistenza e la filosofia politica dell’epoca. Gli altri capitoli toccano uno per uno nodi fondamentali, spiegando che cosa si intende per repubblica fondata sul lavoro, per sovranità spettante al popolo, per diritto della persona, per equilibrio delle istituzioni, per diritto alla salute e così via. Lo stile di Fassone è molto scorrevole, ma anche molto bello e curato dal punto di vista della lingua. È una fortuna poter scrivere così.
Riassumendo le nostre impressioni ci sembra che il valore del libro oltretutto sia nell’individuare in modo felice il legame tra parola e realtà (enunciato e res, se si vuole). Insomma il legame tra parola e realtà, che si presenta come problema da padroneggiare tanto in filosofia quanto in politica e soprattutto in teologia, in questo libro si trova illustrato nella sua dialettica interna in modo convincente. Se ne trae facilmente l’idea che la politica, contro ogni fuga verso sogni di realtà migliori o perfette, è aderente a una promessa trascendente che guida verso il futuro e a un impegno immanente che riguarda il presente. Interessa il teologo soprattutto il capitolo 2 sul «fondamento». Il fondamento è trascendente, nel senso che sfugge a ogni immanentizzazione, ma nello stesso tempo è dialetticamente correlato alla storia e alle persone, che vi si riconoscono e ne rispettano il legame, anche facendolo evolvere. Emerge spesso nel libro la discussione della possibilità di modifica della Costituzione stessa sulla base dei principi che la reggono.
Fassone indica in che senso il Documento si può (e, visto lo scorrere del tempo, si deve) aggiornare, e in che senso, invece, lo si deve fare senza stravolgerne le strutture e i principi fondamentali. Su questa biforcazione tra possibilità e impossibilità l’Autore ritorna si può dire in ogni capitolo. Il problema del fondamento si intreccia così con quello del cambiamento. Anche da questo punto di vista dunque il libro costituisce un utile strumento per ogni persona che vuol maturare le proprie idee in merito, ma anche per ogni teologo o filosofo, visto che quello del rapporto tra fondamento e sviluppo è un tema che attraversa tutta la filosofia e teologia da Platone in poi.
Secondo Fassone la Costituzione italiana 1946 è quanto di più alto abbia prodotto l’Italia sul piano della storia politica (lasciamo stare le arti e la letteratura). Leggendo il suo libro non si può che dargli ragione e riconoscere che, con la sua pazienza e perizia, egli può renderci tutti partecipi di questa stessa altezza.
17 giugno 2012 |