Il volume – 166 pagine, 18 euro, a cura di Paolo Naso - raccoglie gli Atti del I convegno del Centro di documentazione metodista (CDM) svoltosi alla Sapienza nel giugno del 2011: un appuntamento atteso e importante che si poneva l'ambizioso obiettivo di rilanciare gli studi sul metodismo cercando di coinvolgere studiosi di varia provenienza e impegnati in diverse discipline.
Partner di questa iniziativa è stato il Dipartimento di Storia Culture Religioni del più grande ateneo italiano, che ha avuto il merito di accogliere la proposta di una piccola struttura che muove i primi passi nel campo della ricerca storico religiosa, quale appunto è il CDM.
Il volume esce per i tipi di Carocci, un editore specializzato in pubblicazioni universitarie e ben presente in libreria. Quanto agli interventi, oltre a quelli introduttivi di Mariano Pavanello e Emanuela Prinzivalli che spiegano la genesi e le ragioni del rapporto tra il CDM e il Dipartimento di Storia Culture Religioni della Sapienza, ricordiamo il contributo dello storico Giuseppe Monsagrati (Verso l’emancipazione. I valdesi tra fedeltà al Piemonte e gratitudine all’Inghilterra) che, a partire dalla consolidata presenza valdese, delinea il quadro politico nel quale si avviarono le missioni metodiste in Italia. Più specifiche le relazioni di Lothar Vogel (Le origini del metodismo in Italia) e Laura Ronchi De Michelis (Le scuole di teologia dell’evangelismo italiano tra Ottocento e Novecento) che, pur richiamando gli studi già esistenti, indicano nuove piste di ricerca.
Di notevole livello i contributi di studiosi metodisti provenienti dall’estero come l’inglese Tim Macquiban (Il metodismo e i movimenti a sostegno della democrazia e della libertà in Italia negli anni Quaranta e Cinquanta del XIX secolo) e lo statunitense Russel Richey (Il metodismo e il processo di formazione della società americana).
Intendendo rilanciare la ricerca, il CDM si è preoccupato anche di fare il punto sulla disponibilità delle fonti: da qui le relazioni di Robert Williams, direttore dell’archivio della United Methodist Church presso la Drew University (NJ), e di Gabriella Ballesio - archivista della Tavola valdese - che ha presentato un repertorio dei fondi metodisti negli archivi di Torre Pellice.
Di taglio più specifico i “casi di studio” proposti nelle relazioni di Anna Maria Isastia (Giuseppe Petroni dall’anticlericalismo al metodismo) e di Paolo Naso (L’Italian Mission della Chiesa metodista episcopale, 1908-1916). Due saggi, infine, hanno un taglio prospettico e propongono una chiave di lettura del metodismo in Italia. Silvana Nitti si sofferma sugli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, quelli in cui si concepisce e muore il “sogno” di una rinascita spirituale degli italiani: Debora Spini, che ragiona soprattutto sulle sfide che oggi stanno di fronte alla comunità metodista che vive e testimonia la sua fede in Italia.
Il volume è stato presentato alla Sapienza in occasione del II Convegno internazionale svoltosi lo scorso 3 dicembre e intitolato “Global Methodism. Bridging the North and South”: diverso quindi il taglio, questa volta sociologico e antropologico. Nel giro di qualche mese saranno disponibili gli atti di quest’altro convegno: intanto stanno per arrivare in Italia copie di documenti relativi all’Italia e agli immigrati metodisti negli USA provenienti dall’archivio della Drew University. L’obiettivo è mettere a disposizione degli studiosi italiani nuove fonti e materiali di ricerca sul metodismo: la precisa convinzione è che ciò che esso ha rappresentato ed ancora esprime costituisca motivo di interesse per il protestantesimo italiano, certamente, ma anche per chi voglia comprendere le dinamiche di una grande famiglia spirituale del nostro tempo.
2 aprile 2013 |