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a cura di Giorgio Tourn

Eric W. GRITSCH, Cristianità intossicata. Quattro tentazioni costanti per il cristianesimo, Torino, Claudiana 2013, pp. 227

Eric W. GRITSCH, Cristianità intossicata. Quattro tentazioni costanti per il cristianesimo, ed. ClaudianaL’autore è un teologo statunitense di formazione luterana, e il suo testo si colloca nella miglior tradizione della pubblicistica anglosassone, discorsivo senza essere banale, informato ma non pedante, attuale senza essere provocatorio. Presentando in questo saggio la situazione del cristianesimo nella società moderna ne individua i punti problematici.

Il primo è l’antisemitismo. Ripercorrendo la storia del cristianesimo l’autore ne individua gli snodi teologici che hanno condotto alle tragiche posizioni antisemite che l’Europa ha conosciuto. Una analisi teologica condotta su i testi apostolici conduce alla revisione sia della dottrina del deicidio, ormai abbandonata, sia a quella della sostituzione della chiesa cristiana come popolo di Dio in sostituzione di quello ebraici destituito dalla sua condizione di popolo di Dio. Una revisione dunque attenta e chiarificatrice del problema.

La seconda tentazione che minaccia le chiese oggi è il fondamentalismo. L’autore intreccia due percorsi quello storico e quello dogmatico denunciando le devianze a cui conduce questo atteggiamento che ne protestantesimo americano o di influenza americana è particolarmente evidente. La Bibbia letta in ottica non storico critica ma letteralista conduce a farne un papa di carta, per usare l’espressione classica.

Molto utili sono le pagine sulla vicenda del fondamentalismo negli USA. Interessante però è la lettura del cattolicesimo in chiave fondamentalista. Speculare alla bibbia papa di carta sta il pappa bibbia vivente. La parola di Dio, la voce della rivelazione si identifica sempre più dopo il concilio di Trento e nel XIX e XX secoli con quella del pontefice.

Terza tentazione per i cristiani è vivere la loro professione di fede in termini di trionfalismo ecclesiatico. Il problema è quello di vivere il rapporto chiesa-monndo secolare in termini corretti. La tentazione fu per i cristiani dopo Costantino di realizzare un dominio teocratico sulla società, di tradurre la sovranità divina in dominio ecclesiastico. Ne furono documento in modo precipuo i papi ma non ne furono esenti ambienti del protestantesimo calvinista come i puritani.
Speculare di questo errore sta quello di un “separatismo utopico”, di una comunità cristiana avulsa dalla società, ripiegata su se stessa, elitaria, sono certe correnti del monachesimo, gruppi settari, il pentecostalesimo.

Ultima tentazione è quella di vivere la fede in termini di moralismo che conduce alla casistica o all’etica della situazione, al coscienza di peccato colpevole. I cristiani devono tornare a diventare un popolo pellegrino in viaggio verso “i nuovi cieli e la nuova terra”. Il volume è rivolto ad un pubblico molto preciso, quello statunitense; alcune prese di posizioni e affermazioni suonano scontate per un cristiano europeo ma non per questo lo si deve svalutare. Molte pagine sono costituite da esemplari illustrazioni di dibattiti teologici o di percorsi storici che il lettore non specialistico, il membro comune della chiesa leggerà con molto profitto.

19 dicembre 2013

 
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