Chiesa evangelica valdese - home page
sinodo where to find us otto per mille
Stampa questa paginaStampa questa pagina
 
SUSSIDI
 
Uno strumento per interpretare il messaggio di Giobbe
di Giorgio Tourn

Il commentario di Gerard Janzen pubblicato dalla Claudiana

La Claudiana ha lanciato negli ultimi anni una vistosa operazione editoriale con la pubblicazione di una collana di opere teologiche denominata «Strumenti» in cui sono a tutt'oggi già apparsi 30 volumi. La sezione dei commentari è traduzione di una collana della John Knox Press di Atlanta. Il fatto è già interessante di per sé, finora la nostra riflessione esegetica era scandita su testi europei, ora entrano in campo anche gli americani! Pur dovendo registrare, come è inevitabile in opere di questo genere, una disparità di livelli, i testi sono interessanti, alcuni anzi, eccellenti, fra questi vorremmo segnalare il commento al libro di Gerard Janzen. Giobbe, Torino, Claudiana, 2005, pp. 368, euro 29,00.

GiobbeSegnalare è il termine che conviene usare in questo caso: commentare, riassumere, discutere un commento non è infatti possibile. Giobbe è senza dubbio uno dei personaggi biblici più noti, anche al pubblico profano; anzi, ognuno ne ha una propria immagine, ha in mente il suo Giobbe: l'innocente che soffre ingiustamente, il credente autentico che tiene testa ai suoi amici troppo religiosi, non il bigotto che sopporta le prove ma ne chiede ragione a Dio e discute con lui; e quest'ultimo è quello che più di tutti piace agli agnostici.
Pochi però sono poi quelli che si inoltrano nello studio del poema perché penetrarne il messaggio è molto più difficile di quanto si creda. Già la sua composizione fa problema: opera unitaria redatta da un sola mano o collage di diverse argomentazioni? Janzen propende per la prima soluzione; personalmente, ma non sono un esegeta, preferirei la seconda; più che leggere un'argomentazione organica mi pare di udire un coro discordante di voci intorno a un tema generale molto preciso sia pure articolato: il rapporto fra l'elezione divina e la vita del credente, fra la santità di Dio e la fede dell'uomo, la sua «giustizia», per usare il termine equivalente nell'Antico Testamento.

Più che un discorso di carattere filosofico, un dibattito sulla teodicea, cioè il problema del male e della sofferenza, il poema è una riflessione dei grandi principi fondamentali della fede di Israele. Il popolo di Dio attraversa un periodo di grave crisi dopo l'esilio e tutto il suo Credo è da ripensare da riformulare e questo fa il poeta o il gruppo di poeti che redige il libro. Janzen esamina questi interrogativi teologici e lo fa in modo felice ricorrendo a note filologiche puntuali, chiarendo l'uso dei termini, necessariamente appiattiti nelle nostre traduzioni, facendo accostamenti e parallelismi con le altre ipotesi teologiche dibattute in quel tempo, in particolare il Deutero-Isaia.
Il libro di Giobbe infatti è intessuto di riferimenti espliciti e impliciti alla spiritualità e alla teologia di Israele, in particolare quelle sviluppata nel Deuteronomio e dai profeti, che formavano allora l'impalcatura della fede di Israele. Nel Deuteronomio le benedizioni divine sono promesse ai credenti come ricompensa corrispondente alla loro fedeltà e all'osservanza della legge: è la teologia della fedeltà premiata, ma si può applicare a Giobbe? I profeti dal canto·loro hanno annunziato al popolo infedele il giudizio divino come inevitabile conseguenza del suo peccato, e la tragedia dell'esilio ha segnato la storia del popolo di Dio, ma anche questa predicazione può costituire una chiave di lettura per la vicenda del nostro Giobbe? Punito perché?

Non meno affascinante risulta infine l'analisi molto fine che il nostro esegeta fa dei giochi retorici che caratterizzano il libro. La retorica, posta in rilievo negli studiosi di scuola anglosassone, è ormai entrata come una delle chiavi di lettura dei testi biblici. I testi biblici non sono trattati di teologia, esposizione tecnica di verità di fede, ma opere ,letterarie in cui gli autori danno espressione alla loro fede ed è fondamentale saper cogliere le sfumature, il ritmo l'arte del loro dire; da questo punto di vista è evidente che l'autore o gli autori di questo poema erano grandi artisti oltre che fini teologi ed è quanto l'autore sa mettere molto bene in luce.

Tratto da Riforma del 22 giugno 2007

 
Cerca nei documenti:
documenti sinodali
materiali di studio
sussidi
ordinamento valdese

   
© 2009 Chiesa Evangelica Valdese