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SUSSIDI |
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Capitalismo e modernità: una lettura protestante |
Disamina delle interpretazioni del capitalismo e dei cambiamenti di atteggiamento rispetto all'economia alla luce dei dati odierni |
Come si configurano nel mondo contemporaneo i rapporti tra l'etica del protestantesimo e l' "agire razionale" dell'impresa capitalistica? Il dibattito, avviato un secolo fa da Max Weber, può essere ormai archiviato o rimane tuttora aperto? È possibile ricostruire un "governo politico" dell'economia in un'epoca in cui il capitalismo sembra tornare allo "stato selvaggio" delle origini? Sono alcuni degli interrogativi che affronta il libro di Mario Miegge, "Capitalismo e modernità. Una lettura protestante" (ed. Claudiana, Torino, 2005, pp. 74, euro 5). L'autore, professore emerito di Filosofia teoretica all'Università di Ferrara, propone una disamina delle interpretazioni del capitalismo e dei cambiamenti di atteggiamento rispetto all'economia alla luce dei dati odierni, rammentando - in un'epoca storica in cui tutti i politici si dichiarano "riformisti" - che la Riforma del XVI secolo, così come ogni riforma, fu anche dura lotta contro l'inerzia culturale e mentale nonché contro il dominio della "superstizione". Claudiana Editrice, via Principe Tommaso 1, Torino. |
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