Dopo una lunga discussione prevale lorientamento per
il quale la Costituzione europea non menzionerà nel suo preambolo
le «radici cristiane». Ricordiamo che la battaglia iniziale
del Vaticano e di altri paesi cattolici fu per inserire un riferimento
ai «valori» cristiani, menzione che avrebbe di fatto riconosciuto
al leader cristiano mediaticamente più appariscente il diritto
di intervento su ogni questione riguardante i detti «valori».
Ma la richiesta era così estrema che non entrò nella trattativa
con i paesi laici. Perciò si è richiesta la formula minore,
le «radici» che avrebbero garantito il prestigio della Cattedra
di Pietro a Sud e puntellato largine contro la secolarizzazione
a Nord. Su questa richiesta vi era un sostanziale accordo tra cattolici
romani, evangelici e ortodossi. Ma, a quanto sembra al momento, non verrà
accolta.
LEuropa è un continente che ha sofferto le
idee che essa stessa ha prodotto. Da sempre è alla ricerca di un
denominatore comune (il progetto imperiale di Carlo Magno, ma anche lapertura
dellimpero bizantino, che ha voluto chiamarsi «romano»
fino al suo ultimo giorno), e da sempre è preda di elementi che
impedivano lomologazione. I due elementi che di più hanno
diviso lidentità europea di unità sono stati le guerre
di religione e le ideologie del Novecento. Solo una Francia figlia di
una decina di guerre religiose in circa due secoli avrebbe potuto partorire
un geniaccio implacabilmente antidogmatico come Voltaire; solo una Germania
tritata dalla guerra dei Trentanni avrebbe potuto concepire con
Kant la figura di un uomo moderno la cui morale non derivi da fuori (da
Dio, dalla Bibbia, dalla chiesa), ma da dentro di sé. In una battuta:
lEuropa non si definisce «cristiana» perché dalle
chiese cristiane nei secoli è stata divisa, ferita e fregata.
Il sale della terra europea non è composto da una
schiera di personaggi che in assoluta buona fede difendono i valori e
le radici. Paradossalmente questo viene fatto in modi che mi costringono
a dare ragione ai laici. I media italiani hanno enfatizzato il rifiuto
della Federazione protestante svizzera a partecipare alla messa del papa,
ma si sono dimenticati di riferire che in quella cerimonia non era gradito
che agli evangelici fosse assegnata una lettura biblica. Così come
è assurdo chiedere perdono per la strage di San Bartolomeo e continuare
a dividere le coppie interconfessionali alla mensa del Signore. Il sale
della terra non conserva la terra sotto sale. Il sale dà sapore,
brucia sulle ferite. Il sale non sussiste in una pressione in favore dellidentità
religiosa, ma nella rara presenza di discepoli che hanno ricevuto la parola
del Signore. Più che la menzione delle radici, urge la (ri)conversione
dellecclesia magistra a ecclesia discipula, dalla chiesa del troppo
sale per conservare alla chiesa del pizzico di sale che dà sapore
alla nostra vita e che brucia sulle nostre contraddizioni. |