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IL VANGELO OGGI
 
La Creazione geme ad Haiti
di Gianni Genre

«Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo»
(Romani 8, 23-24)

Ad Haiti più di metà della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno, il 98 per cento delle foreste del territorio nazionale è stato devastato dagli incendi che hanno reso quella terra estremamente vulnerabile: uragani e inondazioni si sono susseguiti con una frequenza spaventosa. Le immagini con le barricate di cadaveri nelle strade sono il lugubre simbolo di un Paese che quasi non esiste più, sotto tutti i punti di vista. La gente neppure piange, anche le lacrime sono esaurite. L’utilizzo spesso disinvolto del termine «apocalisse» riassume ai nostri contemporanei che cosa sia successo.

Incontro un paio di persone che conosco che si chiedono, come sempre, dove sia Dio, come sia possibile che questa popolazione sia ulteriormente messa in ginocchio e la risposta mi appare complessa. Penso immediatamente alle parole blasfeme del reverendo Pat Robertson, noto telepredicatore evangelico fondamentalista che ha invece risposto con immediatezza alla televisione che lo intervistava. Ha detto: «Gli haitiani hanno fatto un patto con il diavolo, molto tempo fa, mentre oggi (sebbene siano quasi tutti cattolici) praticano i riti voodoo, derivazione di una delle più antiche religioni dell’Africa, pieni di elementi sincretistici». L’allusione porterebbe a una notte del 1791, quando gli schiavi in rivolta, durante la Rivoluzione haitiana, sembra fecero un patto di sangue con il demonio pur di riuscire a sconfiggere i francesi occupanti. Da allora le maledizioni di Dio si sarebbero moltiplicate anche perché gli haitiani continuano con le pratiche pagane...

Ovviamente ai miei interlocutori dico che bisogna tornare a rileggere il libro di Giobbe e altre pagine della Bibbia e che Dio non è né dietro né dentro il terremoto come non è nel fuoco, né nell’uragano (I Re 19), come non è né dietro né dentro la malattia, e che molte cose relative ai sismi possono oggi essere spiegate scientificamente. Molte cose non ci appaiono chiare ma sappiamo – e dobbiamo dire ad alta voce – che Cristo sta dalla parte degli haitiani e di chi sta in queste ore aiutando quel popolo a sopravvivere e poi, possibilmente, a rinascere, ritrovando la forza di tornare a vivere. Così come sta dalla parte di chi eleva anche a Dio il proprio lamento per queste tragedie, come hanno fatto uomini e donne dell’Antico Patto e del Nuovo.

Mentre riprendiamo queste antiche domande, che troveranno risposta solo quando si realizzerà la promessa di redenzione che Dio ha posto su tutta la creazione, penso però che una traccia sicura dell’operato di Dio possa essere scorta: il rev. Robertson non ha potuto portare avanti a lungo la sua candidatura alla Casa Bianca, oggi occupata da un presidente che si è mobilitato immediatamente per portare soccorsi e pianificare la ricostruzione di Haiti. Grazie a Dio!

Tratto da Riforma del 22 gennaio 2010

 
   
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