"Potevamo stupirvi con effetti speciali" diceva un vecchio slogan pubblicitario. In un luogo di culto riformato effetti speciali non ci sono. Non c’è nulla di particolarmente stimolante, suadente, accattivante. Non ci sono comode poltrone, ma austere (e scomode) panche, non luci soffuse ma lampade fioche, non musica di sottofondo che rilassa e che eleva i pensieri. No. C’è una Bibbia aperta verso il popolo. Ciò che sta dietro a questa Bibbia aperta verso il popolo è la fede e la teologia della Riforma protestante.
Scriveva Karl Barth: "La Riforma ci ha tolto tutto e, crudelmente, ci ha lasciato soltanto la Bibbia". E noi più conosciamo la Bibbia, più sappiamo che questo non solo ci basta, ma che racchiude una ricchezza solida ed eterna.
"Le tue testimonianze". Così il re Davide definisce la Bibbia. Le tue testimonianze. La Bibbia ci testimonia. E’ la parola di Dio che testimonia di Dio. E il Dio che testimonia dà una testimonianza fedele, parla chiaro. E Dio parla di sé, della sua giustizia, del suo Figlio Gesù Cristo. Dio parla e dice la verità. Dio parla della sua opera. Qui sta il significato della parola "testimonianza". Ma perché abbiamo bisogno di una testimonianza? Dio non potrebbe mostrarci tutto e subito? Non potrebbe darci un raggio di sole nella mente, non potrebbe incontrarci nella mistica, nel sublime, nella meditazione del trascendente, nella comunicazione spirituale di principi e valori eterni? No. Dio si rivela in un’opera storica. Guida il popolo ebraico fuori dall’Egitto, risveglia alla vita il suo figlio Gesù Cristo. E questa è Storia ed è nella Storia, questa opera è pienamente inserita nella Storia dell’umanità. Il Credo afferma che Gesù Cristo "patì sotto Ponzio Pilato". Perché? Che cosa c’entra Ponzio Pilato nel Credo? C’entra perché Gesù Cristo fu messo a morte ai tempi in cui Ponzio Pilato era governatore della Palestina. Ponzio Pilato è la data. Non "c’era una volta...", ma "patì sotto Ponzio Pilato", cioè è successo in quel tempo lì. Quando noi confessiamo che Gesù patì sotto Ponzio Pilato, diciamo che l’opera di salvezza non è avvenuta negli eccelsi cieli, ma sulla concreta terra, non nella metafisica, ma nella Storia. Per questo abbiamo bisogno di una testimonianza, della testimonianza della Storia di Dio che interseca la nostra Storia, per affermare la giustizia e salvare i peccatori.
"Le tue testimonianze". Nella Bibbia è Dio stesso che parla di sé e della sua opera. Parla mediante testimoni umani, ma è lui che parla. Parla con una parola certa e chiara, per farsi conoscere da noi. Dio stesso parla. Di questo vi do tre prove.
Primo, Dio si è manifestato con la sua opera nella Storia, e la sua volontà è quella di essere conosciuto anche da noi, che non eravamo con Mosè nell’esodo e non eravamo con Gesù al mattino di Pasqua. Chi si manifesta nella Storia vuole che la memoria dei fatti resti sempre viva, permanente e presente. Pensate a quanti dei pochi reduci dei campi di sterminio hanno raccontato e scritto della loro storia per una conoscenza e una memoria permanente, affinché quegli orrori non si ripetano. Dio invece racconta e testimonia della sua opera che è buona, che è giusta, che ci salva, che è meravigliosa, che ci dà la vita eterna, e vuole che la memoria della sua opera sia permanente.
Secondo, la Bibbia è parola di Dio perché "il messaggio cristiano annuncia una verità che non è sorta nel cuore di uomo, che non rappresenta un‘idea già presente nell‘architettura spirituale del suo essere" (Vittorio Subilia). E se la Bibbia annuncia questo, allora non può essere in ultima analisi un parto della ragione e della religione umana.
Terzo, la Bibbia è parola di Dio perché è una parola comprensibile, una parola mai difficile e sempre esigente, ma è una parola che nessun essere umano ha mai potuto dominare. Mentre le parole umane sono schiave del nostro peccato e sono sovente false e ambigue, la parola della Bibbia resta di Dio. Nessun umano la può dominare. Nessuno può farlo. Non ce l’ha fatta il papa, e non ce la farà mai. Ma non riuscirà a domarla nemmeno la chiesa evangelica, quando cerca di declinarla a ritmo di ninna nanna per il proprio sereno sonno. Nella Storia della chiesa la Bibbia o è stata combattuta o è stata accolta nell’obbedienza della fede, o è stata mandata al rogo o è stata messa al posto d’onore sull’altare. Ma non è mai, mai, mai stata domata da nessun essere umano. Queste dunque sono le prove per cui diciamo che nella parola biblica è Dio stesso il grande testimone della sua opera di giustizia e di salvezza nei confronti dei suoi figli.
Vediamo gli effetti di queste meravigliose testimonianze. La mia eredità per sempre, la gioia del mio cuore. Nel mondo biblico l’eredità era il podere di famiglia, che passava di padre in figlio e che permetteva alla famiglia di campare. L’eredità era libertà, perché se avevi il necessario per te e per i tuoi figli, non dovevi servire nessuno, non dovevi venderti a nessuno. Eri libero, perché dipendevi soltanto da Dio. Questa è la libertà ereditata dalla parola di Dio: non appartenere ai potenti e nemmeno appartenere a se stessi. Appartenere a Dio soltanto, e a nessun altro. Il Catechismo di Heidelberg, il più famoso manuale di istruzione calvinista del XVI secolo alla prima domanda Qual è la tua unica consolazione in vita e in morte? risponde Nel fatto che io, con il corpo e con l’anima, in vita e in morte, non sono più mio, ma appartengo al mio fedele salvatore Gesù Cristo. Questa è l’eredità, il campo, il frutteto della coscienza libera, liberata in Cristo, libera nella conoscenza e nell’amore di Dio.
Infine la gioia del cuore. La parolina "gioia" nella Bibbia è qualcosa di fisico, è come quel sorriso che una cucchiaiata di miele in bocca ti strappa e ti costringe. Ora, oltre a essere una gioia concreta, quasi fisica, è la gioia del cuore. Cioè di ciò che racchiude l’emozione e il sentimento, ma anche i pensieri e le meditazioni. La parola di Dio non è soltanto ragione perché non parla a gente senza cuore, e non è soltanto emozione perché non parla a gente senza cervello. E’ una parola che dà gioia, che dà gusto dolce al profondo del nostro essere, un gusto dolce e intenso di verità, di giustizia, di perdono e di libertà.
La parola di Dio è potente e fa miracoli. Ma i miracoli siano come i gioielli, più sono piccoli e più sono preziosi. Quasi cinquecento anni fa la parola di Dio ha compiuto un grande miracolo, ha dimostrato di essere più potente del papa e del sacro romano imperatore. Ma il piccolo e preziosissimo miracolo è che con la Riforma Dio ti toglie tutto, tutto. Ti toglie le indulgenze, il tesoro della Chiesa, il culto dei santi e di Maria, la messa, le rassicuranti immagini sacre, le feste, il rosario, i pellegrinaggi, i digiuni, le reliquie, i monasteri, il canto gregoriano, il latino antico e affascinante... ti toglie la cooperazione umana alla salvezza! La Riforma ti toglie tutto... per darti la parola di Gesù Cristo. La dà a te, la dà per te. E te la dà nella lingua che tu hai imparato da tua madre! La Riforma ci ha tolto tutto... per darci di più, per darci la parola di Cristo, per darci Cristo. Per darcelo crudelmente, cioè senza nemmeno un millimetro di spazio per accomodamenti o per compromessi. |