«Preparate nel deserto la via del Signore. Ecco il Signore, Dio, viene con potenza.» (Isaia 40,3.10)
Deserto, simbolo di disperazione, luogo arido, senza prospettiva di vita. Ambiente in cui è facile perdersi, smarrire ogni riferimento e direzione in cui camminare. Isaia la usa questa immagine per parlare del suo popolo in esilio nelle terre Babilonesi. Ma in mezzo a tanta sventura osa ricordare la speranza. Parla di deserto, e da buon ebreo si ricorda che alla base stessa della sua storia e della sua fede c'è un deserto che è stato luogo di benedizione. Dice: "guarda al tuo passato Israele, quello che oggi ti appare intriso di negatività, può essere occasione di riflessione". In esso Mosé e il suo popolo hanno ricevuto la manna e l'acqua per sostenere il corpo e i comandamenti per sostenere la fede.
Il deserto è una delle immagini che vengono usate in questi tempi difficili per descrivere la crisi che colpisce l'Italia e l'Europa. E se fosse anche occasione per ripensare a quello sviluppo basato solo sul "mordi e fuggi", sullo spreco e sul consumo? Se alcuni insegnamenti di sobrietà che ci vengono dall'Evangelo diventassero occasione per parlare di uno sviluppo sostenibile, sano e solidale? Sogni da credente illuso?
Può darsi, ma mentre tutti piangono vedendo il deserto, Isaia vi scorge una strada, una direzione da seguire. Il Signore interviene nella storia del suo popolo e, ancora una volta la ribalta. Secoli dopo, i cristiani hanno scorso nelle parole di Isaia, l'annuncio di una grande speranza: Gesù, la strada che Dio si è scelto per annunciare la speranza a tutta l'umanità. Andiamo verso questo periodo di crisi pensando che, in mezzo a tanti umani progetti, c'è per noi un progetto di Dio. E lasciamoci sostenere dalla certezza che ci sarà dato di percorrere la sua strada anche in questo deserto. |