«Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi (...) Il Signore è vicino» (Filippesi 4,4-5)
C'è poco da stare allegri. Tredicesime ridotte, crisi, tagli, disoccupazione, pensione a settantanni, euro traballante e rischi di fallimento! Non sentiamo parlare d'altro; come possiamo vivere questo Natale con gioia? Quando l'apostolo Paolo scrive queste parole alla giovane comunità cristiana di Filippi non mancavano neppure allora motivi di preoccupazione. Basti un solo esempio: molti membri delle comunità cristiane primitive erano schiavi, persone neanche padrone del proprio corpo! Dove trovarono il coraggio per rallegrarsi? Lo trovarono nella consapevolezza della venuta del Signore!
L'apostolo era convinto che il Signore Gesù sarebbe tornato per instaurare il suo Regno su questa terra, e che presto ogni sofferenza e ansia sarebbero passate. Oggi molti che si dicono cristiani non riescono più ad avere queste certezze, oppure altri le gridano a gran voce spesso con toni che rasentano l'ossessione. Non c'è dunque altra strada che lo scetticismo da disillusi o il fanatismo settario?
Noi pensiamo che ci sia, ed è la strada della vicinanza del Signore. L'avvento e il Natale sono occasioni per ripensare alla scelta compiuta da Dio: avvicinarsi in Cristo all'umanità. Avvicinarsi in forma umana, condividendo fino in fondo con noi sofferenze, dolori, ma senza arrendersi alla disperazione. Dandoci, nella resurrezione del Cristo, una speranza che va persino oltre la crisi definitiva della nostra esistenza personale: la morte! Il credente può rallegrarsi anche nei tempi difficili, personali e collettivi, sa che il Signore non lo abbandona, ma gli viene incontro. E sa anche che il Signore mantiene le promesse e quel Regno di Dio, che Paolo annunciava imminente, verrà, come e quando piace a Dio, ma verrà! |