«Poi disse loro: "Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato"»
Mentre leggete queste parole, probabilmente state pensando che sono passate anche le festività di quest'anno. Pochi privilegiati hanno potuto prendersi lunghi giorni di vacanza, ma molti hanno potuto staccare, almeno per uno o due giorni dal trantran quotidiano. Molti hanno cioè potuto usufruire di qualche "sabato" nella loro quotidianità. Sabato vuol dire tranquillità, riposo, il giorno in cui si possono accantonare gli assilli giornalieri, è il giorno della libertà donato da Dio all'umanità che rischia sempre di essere schiava delle sue occupazioni e dei suoi progetti.
Gesù lo deve ricordare ai farisei per i quali questo giorno è più santo degli altri giorni e quindi va difeso con leggi e divieti su ciò che è possibile e ciò che non è possibile fare. Oggi nessuno di noi corre questo rischio, anzi i nostri sabati (e domeniche e vacanze e ponti vari) sembrano fatti apposta per vivere liberi da ogni divieto e imposizione. Ma è proprio così? Oppure viviamo questi momenti come un dovere tra noia, frenesia, monotonia, obbligandoci a code autostradali e shopping del superfluo?
Sabato non è una occasione per fuggire da noi stessi, ma per rientrare in noi stessi e scoprire che la nostra vita è fatta di dono e di relazione.
Dono, perché Dio ci ha dato la possibilità di non essere sempre angosciati dal "dover essere" e dal "dover fare". Relazione, perché Dio ci offre l'opportunità di guardare a chi è intorno a noi in termini di affetto e di gratuità. Insomma: il giorno del riposo è il giorno del Signore perché può essere un giorno di gioia.
E' per questo che i cristiani, che hanno adottato la domenica (il giorno dalla resurrezione) al posto del sabato, ne mantengono però il significato essenziale: il sabato ci dà del tempo per riflettere su Dio e ci alleggerisce la vita. |