«Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.»
Penso che questo racconto della creazione, scritto migliaia di anni fa nello stile della fiaba, voglia aiutare gli uomini e le donne a riflettere sulla loro realtà. Per quanto poco ci possa piacere la nostra esistenza è basata su un insieme di polvere e disordine e, paradossalmente, una delle grandi paure del nostro tempo è che su questo universo ritorni un disordine tale da distruggere ogni forma di vita. Dio viene presentato ai credenti di tanti anni fa come colui che ha in testa un ordine per il mondo, l'autore biblico ci dice che Dio trasforma l’universo. Prima del suo intervento c’era qualcosa, il caos primordiale di cui parla proprio il primo capitolo della Genesi, ma la vita così come la conosciamo è stata messa in ordine da un creatore.
Mentre un'altra grande paura che accompagna la nostra esistenza è quella della morte. In questo racconto ciò che dona vita all'ammasso di polvere in forma umana è lo Spirito di Dio.
Siamo una manciata di terra che dalla terra viene e alla terra deve ritornare, il nostro destino è quello della polvere. Questo dà terribilmente fastidio agli uomini e alla donne moderni, eppure come credenti sappiamo che in questa polvere è stato inserito qualcosa che ci ha aperto gli occhi all'idea di eternità. Il soffio creatore di Dio che ci ha modificati, ci ha fatti cambiare, in qualche modo ci ha detto: “guarda che questa polvere che tu sei, è diventata qualcosa di importante ai miei occhi”.
In quanto cristiani ci è impossibile non pensare al Signore Gesù Cristo che ha condiviso la nostra vita e ci ha rivelato questa dimensione di eternità ci ha amati a tal punto da dirci che, anche se torneremo alla terra, questa non sarà la fine di tutto. Lo Spirito che ci ha dato la vita nella notte dei tempi è lo stesso che ci farà vivere nonostante la morte. |