«Tu mi hai persuaso, SIGNORE, e io mi sono lasciato persuadere, tu mi hai fatto forza e mi hai vinto.»
Attraversiamo il breve segmento di tempo che ci conduce dalla Giornata della Memoria (27 gennaio), che ricorda l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz alla "settimana della libertà" che è diventata un appuntamento per molti evangelici e vorremmo che lo diventasse per tutti gli italiani. Occasioni per ricordare insieme quanto è costata la libertà, dimensione della nostra vita che rischiamo sempre di dare per scontata.
Ma di quale libertà parliamo quando ci poniamo di fronte al Signore?
Geremia – e con lui praticamente tutti i protagonisti delle vicende bibliche, ci ricorda che non esiste nessuna libertà di "coscienza" nei confronti di Dio.
Se Dio entra nell’orizzonte della tua vita, la tua coscienza è prigioniera di Dio.
La nostra volontà, davanti a Dio, è libera solo nella misura in cui è completamente sottomessa a Dio.
Io non riesco a contare quante domande aperte mi accompagnino e mi addolorino nelle tante vicende della vita quotidiana; non so affatto dire quale sia la consistenza e la solidità della mia fede e quale invece quella dei miei dubbi e della mia insopportabile incredulità. Molte cose continuo a non comprenderle e non riesco ad accettarle. Rimangono per me e per la mia incredulità scandalo ed enigma.
Ma una cosa soltanto so: che nella Parola di Dio - che ci sequestra e ci costringe - c’è l’unica possibilità di libertà dai miei dubbi, dalle mie domande, dalle mie paure.
L’unica possibilità di libertà da me stesso. Se Dio mi restituisse del tutto a me stesso sarei semplicemente perduto.
Se invece mi viene rubata ogni possibilità di scelta, ogni autonomia di decisione, allora sono "salvo". E libero da qualsiasi altra forma di potere anche esterna a me.
Tu mi dirai che non sei (ed io non sono) Geremia: per nostra fortuna, visto che fu il più inascoltato e il più tragico dei profeti.
Ma Geremia è e sempre sarà un formidabile anche se doloroso compagno di cammino, sia quando ti sembrerà di poter cantare la tua riconoscenza al Signore, sia quando non avrai forse alcun desiderio e alcuna forza per parlare di Lui e con Lui – ma non potrai farne a meno! Tutte le volte in cui sarai costretto a dire che Dio ti ha reso schiavo della sua Parola.
Se questo accadrà, rallegrati: vorrà dire che sarai pienamente libero e pienamente umano. |