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Il Salmista in poche parole cerca di raccontare come la vita di credenti possa essere impostata, vissuta; in che modo essa sia testimonianza dell’agire di Dio per noi. Confidare nel Signore è bello, è piacevole, è addirittura riposante: ci siamo solo noi e Dio, nessuno che ci disturbi, nessun problema da affrontare; ma tutto questo non ci isolerà dagli altri, dalla vita reale? Fare il bene è stancante e sembra diventare sempre più difficile; chi cerca di praticarlo viene spesso accusato di avere secondi fini non chiari: qui sì che si è in mezzo al proprio prossimo... forse anche troppo.
Per abitare nel paese, per essere inseriti nelle ricchezze (e nelle miserie) della propria terra bisogna necessariamente confrontarsi con gli altri, scendere a compromessi. Invece per praticare la fedeltà occorre rifarsi a qualcuno di più grande, qualcuno che si decide di seguire anche contro tutto e tutti se è i caso.
Possono sembrare ordini le parole di questi versetti (e per di più ordini contraddittori), ma così non è: esse sono invece una possibilità nuova che ci è offerta, una vita che prima non c’era, un assaggio di mondo nuovo che, da Cristiani e Cristiane, vediamo confermato nella resurrezione di Gesù Cristo che abbiamo festeggiato in queste ultime settimane. Nella vita di Gesù Cristo noi troviamo chi ha cercato il bene dell’umanità senza smettere di confidare in Dio; incontriamo chi ha vissuto pienamente la vita del suo paese, la gioia e la sofferenza dell’essere umano, dando proprio in questo prova della sua fedeltà al progetto d’amore del Padre. |
