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Belle, bellissime parole, ma saranno vere? Noi non siamo degli ingenui e sappiamo purtroppo per esperienza personale che le illusioni fanno male, molto male. Ogni tanto sorge qualcuno a dirci che è pronto a darci la gioia, che esiste proprio per quello, per offrire gioia a chi gli sta accanto. Ma quando le sue parole si rivelano come una truffa o, nella migliore delle ipotesi un baratto (vuoi la gioia? Compra ciò che ti vendo, siano essi i miei prodotti o le mie idee) la delusione è grande, talvolta fatale per una qualunque speranza di saper ancora cercare la felicità.
Perché dovremmo ritenere che le parole del Salmista siano diverse? Innanzi tutto non ci aprono a facili illusioni. Qui non viene annunciata la nostra gioia, ma la gioia nel Signore e questo cambia completamente la prospettiva. La gioia che ci è promessa non è un nostro possesso, una nostra conquista, una proprietà da difendere con le unghie o con i denti. La gioia annunciata è comunione, condivisione e fraternità vissute pienamente. La nostra gioia nasce dal desiderio del Signore di rimanere con noi, di essere l’Emmanuele, quel “Dio con noi” che in Gesù Cristo è diventato una realtà.
Il Signore ci conosce ed è per questo che può appagare i desideri del nostro cuore; questo è quanto di più lontano possibile dal considerare la nostra preghiera come un menù al ristorante: “Dunque, caro Dio, prendo tanta buona salute, un po’ di felicità ed anche un pizzico di fortuna che non guasta!” No, è Dio a conoscere meglio di noi quello che veramente alberga nel nostro cuore, non i ghiribizzi del momento. È Dio a prendere sul serio ciò che più ci appassiona e che forse non siamo pronti ad ammettere neanche a noi stessi. È Dio a farsi carico, nella sua grazia, di quello che realmente chiediamo alla nostra vita. |
