Sembra che Dio non abbia alcuna fiducia nella forza e nella potenza, eppure sappiamo che è il più forte che vince ed è il più potente che si impone, non solo nell’alta politica, ma anche nella nostra vita di ogni giorno: tutto quello che cerchiamo per noi e per il nostro mondo, non possiamo trovarlo se non corrisponde alle priorità dei potenti e dei forti di turno.
Però i progetti di Dio non si realizzano né con la forza, né con la potenza, ma attraverso il suo Spirito. Uno Spirito che non si lascia condizionare, né intimidire; uno Spirito che non solo rivendica la sua volontà, ma la esercita; uno Spirito, allora, e sembra quasi un controsenso, forte e potente... o, meglio, uno Spirito che opera là dove forza e potenza vengono meno... uno Spirito che è forza e potenza.
Dio non ha bisogno di grandi numeri, di superuomini e superdonne, di discorsi ben pronunciati, di risorse economiche illimitate per affermare la sua volontà, anzi... lo Spirito mostra la sua potenza il giorno di Pentecoste quando un gruppo di discepoli demoralizzati e timorosi scopre di possedere un linguaggio universale, quello della fede che si esprime nell’amore, nella speranza, nel conforto: con questo linguaggio si può comunicare oltre i confini creati da noi umani.
È sempre per opera dello Spirito che questo piccolo gruppo di uomini e donne si accorge di essere più numeroso di quanto pensava: quel giorno si unirono a loro 3000 persone.
Ed è sempre lo Spirito che rinnova la vita di queste persone soffiando via la paura, la rassegnazione, la stanchezza e infondendo il calore della grazia.
Zorobabele viene rassicurato: nonostante le difficoltà, il suo progetto andrà avanti supportato dallo Spirito. I discepoli vengono rassicurati: non sono soli, lo Spirito li sostiene e accompagna. Noi veniamo rassicurati: la volontà di Dio per noi è ancora volontà di salvezza.
Lasciamoci vincere dalla forza e dalla potenza del suo Spirito. |