Il nostro Salmo ci presenta Dio quale Creatore sovrano. Come un artigiano, egli ha costruito con le "dita" i cieli e con le "mani" ha disteso o forse "dipinto" luna e stelle. È una descrizione della creazione molto concreta perché proprio quelle realtà ritenute "potenze nei cieli", cioè la luna e le stelle, qui sono solo astri, frutto dell’agire di Dio.
Il credente si chiede chi egli sia o come sia giusto considerare l’uomo nel confronto/scontro con tanta maestà. Verso Dio, il Creatore, l’uomo è solo creatura e diventa cosciente della nullità globale della propria essenza. Il finito sta a confronto con l’infinito, il transitorio con l’eterno. È un grave contrasto tra l’ordine che manifestano le orbite degli astri, con le perenni ansie e paure dell’uomo. Tutto ciò è racchiuso nella domanda: Che cosa è l’uomo?
Nell’istante in cui l’uomo capisce la sua nullità di fronte a Dio, verso cui non ha nessuna pretesa, riconosce chiaramente l’essenza più profonda del rapporto con Dio come grazia incomprensibile. L’uomo, portato certo a riconoscere la nullità della sua vita davanti a Dio, può tuttavia dire "sì" a questa vita, ne sperimenta il più profondo miracolo della grazia divina e riceve di nuovo la sua vita dalla mano di Dio.
Alla domanda: "che cosa è l’uomo?" la Parola di Dio risponde: è colui che ogni giorno è arricchito dell’amore di Dio che è in Gesù Cristo, il Signore! |