Chi sono i nostri nemici? E’ un tema caldo che può facilmente diventare polemico, soprattutto quando l’inimicizia è basata sulle identità religiose. Nel discorso di Gesù il nemico non è il rappresentante di un’altra religione o del paganesimo, non è neanche un nemico politico. Il nemico è chiunque interagisce con l’altro/a senza rispettarlo.
Le nostre relazioni con i nemici sono quindi numerose, frequenti, conosciute. In un certo senso Gesù prende atto di queste relazioni oppressive o irrispettose e incoraggia i suoi imitatori a pregare per i nemici. E’ un invito concreto ancora una volta. Non si tratta di rimettere davanti a Dio tutti i cattivi del mondo che non conosciamo né di chiedere al Signore di trasformarli! No, pregare per i miei nemici vuol dire chiedere a Dio di sostenere me, di cambiare il mio sguardo sul mio nemico affinché io possa considerarlo come il mio prossimo, cioè come una creatura del Signore, uguale a me agli occhi di Dio.
I nostri nemici sono i prossimi che noi invece vorremmo vedere come lontani da Dio.
Se amiamo i nostri cari e disprezziamo cordialmente chi ci ferisce o ci mette i bastoni fra le ruote non facciamo niente di particolare, così fanno tutti! Invece Gesù ci dice: fate cose straordinarie, nel senso stretto della parola (v. 47), cioè cose che escono dall’atteggiamento atteso, convenuto, abituale. Date risposte costruttive e pacifiche, anche a gesti oppressivi o violenti. |