Giovanni Battista pronuncia parole di giudizio difficile da accogliere, per niente confacenti al clima della festa natalizia, tanto più in questi tempi di impoverimento e degrado del nostro tessuto economico e sociale. Eppure, per gli evangeli, la nascita del bambino Gesù (in realtà l'incarnazione del Dio d'Israele nell'umanità del suo popolo) trascina con sé un giudizio sull'operato di questo popolo, un invito al cambiamento e una speranza rinnovata per il suo futuro.
Se l'appello al cambiamento e al rinnovamento non ha prodotto "frutti" concreti, se rimangono aperte le nostre orecchie a questo appello, allora non ci stupisce la domanda della gente, rivolta al Battista, sul "che dobbiamo fare?": praticare la condivisione e la giustizia, evitare ogni forma di oppressione. |