E' un compito ingrato quello che Geremia verrà chiamato ad assumersi all'epoca del trionfo riformistico del re Giosia (II Re capp. 22-23): predicare la conversione a Dio a un popolo, quello di Gerusalemme e di Giuda, che aveva appena rigettato da sé tutte le forme di idolatria subentrate al culto della Legge. Nulla può far presagire ciò che accadrà dopo qualche anno: la sconfitta militare di Giosia sul campo di battaglia; la debolezza politica dei suoi successori; l'arrivo dell'esercito di Nabucodonosor sotto le mura di Gerusalemme e, infine, l'esilio della corte e del suo seguito a Babilonia.
E' nel tempo della prosperità che bisogna dedicarsi alla fatica e alla disciplina della costruzione di solide basi per il proprio futuro. E' nel presente non oscurato da ombre cupe che bisogna "dissodare il terreno" del nostro impegno, prepararci ad ogni evenienza. Per fare questo non bisogna disperdere le proprie risorse, le proprie energie, il proprio patrimonio, la propria rete di relazioni e amicizie. Non ci piace la vita della "formica", ma, a quanto pare, neanche quella della cicala è migliore alla fine. |