Ci troviamo in mezzo agli ultimi capitoli della lettera di Paolo ai Romani in cui Paolo cerca di spiegare ai suoi lettori come si concretizza l'amore di Dio di cui parlano i primi 11 capitoli della lettera, come si può da fratelli e sorelle vivere l'amore anche nelle situazioni di conflitto e di disagio. L'apostolo affronta la questione nel concreto del problema creatosi attorno alla domanda: possiamo noi, che siamo redenti in Cristo, mangiare carne o non lo possiamo fare?
Non è una domanda da vegetarianesimo etico, ma una questione ben più complessa. Il fatto è che non c'erano i macellai di oggi, era invece impossibile comprare carne che non aveva niente a che fare con qualche sacrificio a delle divinità pagane.
Paolo, come reagisce? Mette a posto i forti o critica i deboli? Niente affatto. Paolo si rivolge a tutte e a tutti e mette in guardia tutti i partiti della chiesa, sia i deboli sia i forti. Ed in questo egli ci può essere d'aiuto. La nostra chiesa è organizzata in modo democratico dove nelle assemblee si prendono delle decisioni a maggioranza. In quel caso Paolo direbbe: la maggioranza non disprezzi la minoranza e la minoranza non giudichi la maggioranza, perché tutti siamo accolti da Dio e tutti e tutte viviamo il fatto di essere gratuitamente salvati da Dio in Cristo nella ricerca della autenticità della fede e della vita.
La sfida per noi sta tutta qui: non calpestare la minoranza e non ricattare la maggioranza, convivere, accogliersi a vicenda, dialogare, pregare insieme e portare avanti il progetto dell'amore di Dio per noi, per le nostre chiese, per il mondo intero. |