L'apostolo Paolo, con le sue parole rivolte ai cristiani di Tessalonica, vede nella fede cristiana non un insieme di principi, di leggi, di regole; la fede per l'Apostolo si concretizza invece nell’esaminare tutto, non dare mai per scontato niente, ma provare per approvare. Essa dą la libertà di non farsi incastrare in dei sistemi ma di poter e saper valutare e di ritenere il bene.
La stessa idea hanno avuto riformatori del '500 quando affermavano “la chiesa è sempre da riformare” e volevano così rendere chiaro il concetto che una chiesa che non ha il coraggio di interrogarsi su ciò che fa, si incrosta e diventa un apparato ecclesiastico senza la dinamicità predicata da Paolo. Questo fa sì che l'essere chiesa non è un portare avanti delle tradizioni, ma avere il coraggio di discutere, di mettersi in discussione, di analizzare e di scegliere ciò che alla fine ci sembra il bene da ritenere.
Ciò che vale per la chiesa nel suo insieme è ancora più importante per ogni singolo credente, esaminare e accogliere il bene. In fondo è un principio etico di un'etica senza principi, un'etica della responsabilità che osa valutare le cose sempre di nuovo, in ogni situazione, prendere delle decisioni non accecati da un insieme di regole e principi ma mettendo in gioco se stessi e la propria fede, cioè relazione con Dio. Da questa dinamicità nasce qualcosa di nuovo in grado di contaminare la chiesa in cui vivo e l'ambiente, quindi le persone con cui condivido attualmente il percorso di vita. |