Siamo qui testimoni di un pasto semplice, un pasto svolto nella gratitudine verso il Signore, un pasto come tanti e ciò nonostante un pasto del tutto diverso per due ragioni: la prima è: il segno dello spezzare il pane diventa il segno per eccellenza di Gesù. Il Risorto che appare ai suoi viene riconosciuto quando spezza il pane. Guardiamo ai discepoli di Emmaus. Fanno un bel pezzo di strada col risorto, non lo riconoscono. Solo quando la sera condividono il pasto e vedono il risorto spezzare il pane riconoscono Gesù. Pensiamo anche alla pesca miracolosa alla fine dell'Evangelo secondo Giovanni dove abbiamo di nuovo i segni di pane e pesce. Nello spezzare il pane riconosciamo Gesù.
La seconda ragione si trova nella forma verbale “dava”. Gesù non si ferma a benedire il pane, rimane coinvolto fino a quando tutti siano saziati, i discepoli vengono da lui, egli da loro altro pane da distribuire.
Gesù è coinvolto. Ciò significa che dobbiamo sempre di nuovo stare attenti a non ridurre lo spezzare il pane ad un atto liturgico-sacramentale. Lo spezzare il pane, la condivisione è invece lo stile di vita che siamo invitati a concretizzare. Spezzare il pane vuol dire spezzare le catene di sfruttamento, schiavitù, povertà e distribuzione ingiusta dei beni di questa terra. Spezzare il pane vuole dire essere solidale con chi non ha voce e si trova ai margini e anche oltre il margine dell'umanità. |