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IL VANGELO OGGI
 
Il Vangelo ci interroga: Salmo 16:11a
di Jens Hansen

«Tu m'insegni la via della vita»

I discepoli di Gesù il giorno della crocifissione non sono più presenti, sono tornati alla loro esistenza di prima, a pescare soprattutto. Sono depressi e delusi, il loro maestro è stato giustiziato. Questo gruppo di delusi, di disperati, diventa col tempo un insieme di predicatori della vita e della risurrezione. Come mai? Perché hanno sperimentato il Risorto. Paolo, nella sua prima lettera ai Corinzi, è il primo a scrivere di questo fatto, quando elenca in un antico credo a chi il Risorto si è fatto vedere.

La risurrezione non è uno spettacolo che vuole convincere, un intervento miracoloso di Dio di fronte al mondo. Dio non convince con un miracolo, infatti ciò che è accaduto fra la tumulazione di Gesù e le sue prime apparizioni, non si sa. Tutto parte invece dal contatto che i discepoli e le discepole hanno dopo la morte con il Risorto.

E' un contatto dolce: con i discepoli di Emmaus, Gesù fa un percorso di cura d'anima e insegna loro che tutto ciò doveva accadere, con Maria Maddalena ha una conversazione bellissima. Insomma, Gesù appare e cammina per un certo tempo insieme ai suoi per insegnare loro la via della vita.

Il Risorto rimane il maestro che insegna ai suoi la via della vita. Per i discepoli la via della vita è la lunga via d'uscita dal tunnel del lutto per Gesù, la lunga via d'uscita in cui imparano che il Risorto regala loro una nuova vita, una vita non nell'orizzonte della morte, ma una vita davanti al Signore che è la Vita, una via nuova che si fa strada per mezzo della loro testimonianza.

 
   
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