Domenica scorsa, mentre celebravo la Santa cena, guardavo - di là dai cerchi che successivamente si formavano intorno alla tavola - verso coloro che non si erano alzati. Pensavo così alla parabola del convito nuziale, dove gli invitati, per una scusa o per un’ altra, non accettano l'invito. Per la serie: abbiamo cose più importanti da fare.
L' immagine racchiude l'idea che l'invito al convito del Signore include, non esclude.
Come chiesa non pratichiamo la scomunica, ma, a volte, ci autoscomunichiamo. Un membro di chiesa, lo so per averglielo chiesto, mi dice che non si è sentito di condividere i segni del pane e del succo d'uva perché pensa alle parole di Paolo: «Ciascuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva dal calice; poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro se stesso, se non discerne il corpo del Signore» (I Cor.11, 28-29).
Più di una volta, io per primo, ci sentiamo indegni di condividere quella mensa alla quale il Signore c'invita. Questo senso di autoesclusione va preso molto sul serio: molto più della scomunica istituzionale che rivendica la patetica pretesa di sostituirsi a Colui che invita (che rimane sempre e soltanto il Signore).
La Santa Cena non è un gioco né una pura formalità. È un gesto che ha in sé un'incredibile forza trasformatrice. Il Signore, invitandoti alla sua tavola, t'invita alla riconciliazione: con Lui e con te stesso. Le cose vanno insieme. Da notare che l'invito lo rivolge Colui che ha cenato con un traditore e con chi l'ha rinnegato, per non dire degli altri convitati che, nelle ore più alte dell'angoscia, non sono stati accanto al loro maestro. Sono andati - per così dire - a letto e hanno spento la luce. Quella lontana cena a Gerusalemme dal punto di vista dei rapporti umani fu un disastro. Da dimenticare. Ma Colui che c'invita chiede invece di ricordarla e di ripeterla. Come dire: se celebrate la Cena, quando vi riunite, ricordate che dal disastro umano può accadere una rinascita. Sicché, proprio quando tocchi il fondo, è il momento giusto per alzarsi e condividere con la comunità di fede i segni di una possibile rinascita. Ma se non ti alzi, se ti autoscomunichi, non saprai mai se tutto questo è vero. Non sperimenterai mai che risorgere è possibile, fin da subito. |