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IL VANGELO OGGI
 
La realta' della fede
di William Jourdan

«Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere» (Giobbe 19,25)

L’affermazione arriva come uno schiaffo. La persona con la quale sto parlando mi ha raccontato di molte difficoltà affrontate e di molte altre che ancora l’aspettano: tutto appare incerto nel tempo della crisi e anche una vita che sembrava abbastanza sicura può capovolgersi improvvisamente. Ascolto con rispetto, perché l’ascolto è l’unico aiuto che possa offrire in questo momento. E quando sento che il mio interlocutore cita questa parola del libro di Giobbe rimango ancora più ammutolito. Penso che si senta in dovere di citare una parola biblica, forse per far vedere al pastore che almeno la fiducia in Dio non è crollata. Eppure, mi sbaglio: non è il bisogno di mostrare qualcosa al pastore che spinge a citare Giobbe, è la certezza che la realtà di Dio è più veritiera di quanto lo sia tutto quello che accade nella vita di questa persona.

Non è un chiudersi gli occhi di fronte alle difficoltà, anzi è una consapevolezza acuta di quanto la vita possa essere difficile e, talvolta, avara di soddisfazioni. Per dirla con Lutero, che riprendeva in una sua poesia un adagio medievale: “nel bel mezzo della vita siamo circondati dalla morte”. A questo, però, si contrappone il “ma” della fede, la certezza che il senso di schiacciamento e di perdita non regna sovrano, ma è la vita promessa e mantenuta da Dio che ha l’ultima parola. La vita che Dio vive e di cui vuole fare partecipe anche chi si trova nell’ombra della morte. Non è un eroe o un folle chi osa affermare la realtà di Dio di fronte alla cruda realtà che il mondo ci offre: è semplicemente (per quanto non sia assolutamente semplice) qualcuno che non ha smesso di sperare e ha trovato chi può alimentare questa sua speranza.

 
   
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