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IL VANGELO OGGI
 
Il Vangelo ci interroga: Luca 12/51
di Caterina Griffante

«Voi pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, vi dico, ma piuttosto divisione»

Anche le parole sono soggette alle mode. Negli ultimi tempi, un aggettivo sta conoscendo una grande fortuna: “divisivo”. Non è certo un neologismo, ma è come se questo termine gli italiani lo avessero appena scoperto e lo ritenessero il più adatto a designare un atteggiamento riprovevole, assolutamente da evitare tanto nei comportamenti quanto nel linguaggio. “Cerchiamo di non essere divisivi”: per molti, singoli e gruppi, sembra essere questa la nuova parola d’ordine, all’insegna della buona volontà costruttiva, della disponibilità a collaborare con chi la pensa diversamente.

Naturalmente si tratta di un’esortazione più che ragionevole, valida per tutti gli ambiti della vita comunitaria, perché una comunità può sussistere e progredire solo grazie allo sforzo collettivo di conciliare le varie, spesso contrastanti esigenze dei suoi membri. Fino a un certo punto, però; perché l’armonia non può essere perseguita a tutti i costi, a scapito di princìpi, di valori ritenuti irrinunciabili. È inevitabile che la lodevole intenzione di non essere “divisivi” debba prima o poi scontrarsi con la necessità di pronunciare dei “sì” o dei “no” tali da creare divisione.

Come all’interno di ogni altra comunità, anche all’interno della chiesa capita di doversi confrontare con questo dilemma. Che fare? Tacere sui problemi, stendere un velo sui contrasti, onde evitare il rischio di creare spaccature interne, non convenienti ai discepoli di Gesù? Sulla scorta di questo versetto, ritengo invece che proprio la coerenza nel discepolato ci imponga di affrontare apertamente e coraggiosamente i punti dolenti, le questioni controverse, per cercare tutti insieme una soluzione alla luce della Parola di Dio – quella Parola che nella Scrittura vediamo talvolta assimilata a una spada. Perché il nostro Maestro, Gesù, è stato il “divisivo” per eccellenza: portatore di pace, sì, ma di una pace che non è quella che dà il mondo, di una pace che non nasce dai compromessi. La pace che Gesù ci offre, potremo goderla solo se avremo accettato di lasciarci disturbare, di lasciarci mettere in crisi e, sì, anche di lasciarci dividere dalla sua Parola.

 
   
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