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IL VANGELO OGGI
 
Il Vangelo ci interroga: I Pietro 6-7
di Caterina Griffante

«Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo; gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi»

“Umiliatevi”. Questa esortazione non suona come una di quelle che al giorno d’oggi si accettano facilmente; nemmeno da parte dei credenti. “Umiliare”, in effetti, non è un verbo gradevole. Non lo è nella forma transitiva: non è bello umiliare qualcuno. Tanto meno lo è nella forma riflessiva: “umiliarsi” implica un rinunciare alla propria dignità. Ma è “sotto la potente mano di Dio” che Pietro consiglia ai destinatari della sua lettera, e a tutti noi con loro, di umiliarsi. Ecco, è questo che fa la differenza: aver a che fare con Dio, non con un potente qualunque. Siamo chiamati a riconoscere che è Lui il padrone, ma un padrone pieno di amore, che vuole il meglio per noi, che ha a cuore la nostra dignità più di quanto noi stessi l’abbiamo e infatti intende, quando sarà venuto il momento, “innalzarci”. “Umiliarci”, in fin dei conti, in questo contesto altro non significa se non “avere fiducia in Lui”. Credere, come dice Pietro, che “egli ha cura di voi”, cioè di tutti e di ciascuno di noi.

Ma dove la troviamo, questa fede, noi scettici e disillusi uomini e donne del sec. XXI? Come faremo, non solo a credere astrattamente che c’è Dio, ma addirittura ad avere in Lui una fiducia così piena da farci abbandonare ogni ansia, alla luce della sbrigativa, pragmatica e proprio perciò così efficace esortazione di Pietro a gettare “su di lui ogni vostra preoccupazione”? Esortazione così semplice e così preziosa: ricordo che, in Facoltà, proprio a questo versetto venivamo sistematicamente richiamati noi studenti. Esortazione così semplice, eppure così difficile. Perché noi tendiamo a tenercele care, le nostre preoccupazioni. Ce le coccoliamo, le vogliamo tutte per noi, non siamo assolutamente disposti a rinunciarvi, anzi a cederle del tutto al Signore.

Come fare, dunque? Io suggerirei: proviamo a essere altrettanto pragmatici quanto lo è Pietro, proviamo a mettere in pratica ciò che Pietro consiglia. Nei versetti successivi Pietro mette in guardia dal diavolo, personaggio sulla cui reale natura i pareri dei teologi non sono affatto concordi. Se non sappiamo esattamente chi è, il diavolo, sappiamo tuttavia qualcosa delle varie forme in cui si manifesta: e tra questo ci sono appunto le nostre ossessive preoccupazioni. E gettiamole allora, queste nostre preoccupazioni, gettiamole addosso a Dio e “umiliamoci” riconoscendo che la nostra vita non è nelle nostre mani.

 
   
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