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IL VANGELO OGGI
 
La paura nei Salmi
di Sergio Ribet

Per chi ha letto le mie osservazioni precedenti, troverà uno stile diverso da quello della Genesi. I Salmi hanno uno stile poetico.

Salmo 27
«Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore protegge la mia vita, di chi avrò timore?» (versetto 1)
IO: Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io desidero: abitare tutta la vita nella Casa del Signore, per godere la bontà del Signore e vegliare nel suo tempio. (versetto 4)
TU: Spera nel Signore, sii forte e coraggioso, spera nel Signore. (versetto 14)
Si tratta qui, piuttosto, dell’antidoto contro la paura. Non è così in tutti i Salmi. Anche nel Salmo 27 si parla di tempi difficili, c’è il timore dei malvagi (malvagi verso Dio e verso gli uomini). Ma c’è un Dio che è una roccia, un aiuto, qualcuno che dà fiducia.

E’ inevitabile non avere mai paura. Tutti e tutte noi abbiamo avuto, o abbiamo, paura. E non sempre abbiamo una medicina che ci tolga questo tormento. Possiamo dire al “malato” prega, e tutto passerà? Questo può essere compreso, da noi e da chi ci ascolta, una bugia. Osiamo dire che pregare serve sempre?
Vi sono Salmi simili a quello che abbiamo citato. Per esempio il Salmo 56, vers.3: Ho invocato Dio, l’Altissimo; egli verrà in mio aiuto. Ci sono nuove parole: “invocare” Dio. Non è la stessa parola della “preghiera” anche se simile. La parola “aiuto”, nel Salmo 27 è una certezza (sei tu il mio aiuto), nel Salmo 57 è una speranza (egli verrà in mio aiuto).
Il Salmo 112 canta la vita tranquilla del giusto. Al versetto 8, il giusto attende la sconfitta dei suoi avversari con animo sereno, senza paura.

Ci sono Salmi, invece, negativi. Per esempio il Salmo 55 (lamento di un uomo tradito dagli amici): Mi ha afferrato il terrore della morte, sono pieno di paura e timore, schiacciato dallo spavento (versetti 5-6). Il Salmo 76 (canto al Dio vincitore) dice Tu sei terribile. Chi ti può resistere, quando si scatena il tuo furore? Nel Salmo 77 (lamento a Dio) troviamo parole ambigue: Io penso a Dio, ma piango; medito e mi perdo di coraggio (versetto 10). E ancora più pesante, una sfida a Dio (versetto 11) Dico: questo è il mio tormento: Dio, l’Altissimo, non agisce più come prima.

Queste diverse parole dei Salmi hanno però un punto di riferimento comune. Non c’è paura senza speranza, c’è fede ma con paura, c’è l’uomo che confida nel Signore e quello che sfida il Signore. Dove è il riferimento comune? Nella tipica coerenza della Bibbia. Si guarda all’essere umano nella sua realtà, l’uomo, la donna, il bambino, il vecchio, è sempre un essere umano, con momenti di gioia e di pianto. Non siamo mai uguali. E anche il nostro modo di approccio a Dio, o ad un Dio, a volte umano, altre volte un Dio “Altissimo”.

La paura nei Salmi è anche questo. Non crediamoci Dei, e non pensiamo che Dio abbia un solo volto verso le sue creature. Senza paura potremmo perdere la speranza. Con troppa paura rischiamo di dimenticare Dio. I Salmi ci aiutano a misurare la nostra fede e il nostro ateismo.

 
   
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