IL VANGELO OGGI |
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Testimoni della grazia abbondante di Dio di Maria Bonafede |
Poi Gesù disse loro: «State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita».
(Luca 12/15) |
“Un giorno e una parola” indica come il versetto per il mese di settembre questa parola di Gesù. Proviamo a farla nostra come parola preziosa all’inizio di un nuovo anno di vita della chiesa:
“State attenti, guardatevi da ogni avarizia”.
Penso a tre dimensioni della nostra vita di chiese.
Alla macchina chiesa che riprende il suo cammino dopo l’estate, dopo il Sinodo. Da quale avarizia potremmo guardarci e difenderci? Una forma di avarizia potrebbe essere quella di risparmiare il pensiero di cose nuove, di opportunità inedite. Riprendono le attività: in ogni chiesa significa anzitutto riavviare ciò che già c’era: le riunioni dei Consigli di chiesa e Concistori, la corale, la scuola domenicale, il catechismo, lo studio biblico, le attività femminili, le riunioni di pastori e pastore, i gruppi che si occupano delle agapi fraterne, i gruppi di lavoro per scrivere le circolari, l’attività delle visite alle persone anziane e malate della comunità, le riunioni di quartiere, dove si può le attività del gruppo dei giovani… In cosa ci raggiunge l’appello di Gesù all’attenzione e al non essere avari? A non tesaurizzare? Non potrebbe essere un invito a pensare ad una cosa alla quale non avevamo ancora pensato? Forse all’accoglienza di chi entra occasionalmente nelle nostre sale di culto; forse alla presentazione di un libro che può aiutare la fede della comunità ad approfondire un tema di riflessione; forse ad avviare un punto di ristoro ed accoglienza per chi non ha tetto; forse ad organizzare una lettura comunitaria dei giornali in vista della preghiera d’intercessione nel culto, altro ancora.
La città, la piccola provincia, il villaggio montano, la riviera, nei quali il Signore ci pone come credenti e come chiese, attendono la parola di Dio per la propria vita e per la propria salvezza: come possiamo vivere la generosità dell’Evangelo nei loro confronti?
Nella comunità tante persone si sono abituate che a loro non si chiede niente ed è sempre più piccolo il gruppo dei fratelli e delle sorelle cosi detti “attivi” nella comunità. Siamo sicuri di saper porre le domande giuste? Di non dover fare uno sforzo di pensiero, di fantasia, di fede per riuscire a chiedere ciò che può essere dato, per dare il giusto valore a tutte le persone nella chiesa e per coinvolgere altri/e nell’opera della testimonianza cristiana?
Siamo, anche dal punto di vista economico, meno poveri di quanto crediamo, o molto più di quanto diamo a vedere: la comunità può aiutare a risolvere problemi personali e familiari che da soli ci schiacciano e nella chiesa si può, talvolta con sforzi minimi per i nostri bilanci familiari e personali, trovare il modo di risollevare la vita di molti. La forma di questa diaconia interna ed esterna può essere trovata nelle comunità, con amore, riservatezza e fraternità, ma sappiamo che è necessaria la vigilanza e la dedizione di ciascun membro di chiesa oltre che dei pastori/e e degli anziani e diaconi dei consigli di chiesa.
“Guardatevi da ogni avarizia”: non rischiamo di essere avari soltanto riguardo al denaro e al possesso, possiamo esserlo con la fede, con le idee, con la chiusura della nostra casa, con il nostro sguardo che non si esercita più a guardare lontano, oltre il primo “no” che ci può essere risposto, oltre il tran-tran di ciò che conosciamo già. Il contrario dell’avarizia è la generosità della grazia con cui il Signore ha guardato e guarda alle nostre esistenze limitate e impaurite o soddisfatte di sé. La sua grazia abbonda per la nostra vita e per la vita di ognuno e gliene siamo riconoscenti, ogni giorno della nostra vita. Siamo invitati, da questa parola di Gesù, ad aprire il nostro anno di vita della chiesa nella scia luminosa della grazia abbondante di Dio, e nel tentativo di renderle testimonianza senza avarizia. |
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