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IL VANGELO OGGI
 
Il Vangelo ci interroga: Matteo 6,18
di Erika Tomassone

«Il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa»

C’è dunque da attendersi da un Dio che giudica con giustizia una ricompensa per il proprio comportamento? La fede comprende forse una promessa di paradiso e una minaccia di inferno? Certo, Matteo sostiene che una ricompensa in cielo attende coloro che sono oggetto di persecuzioni e calunnie nel nome di Gesù, coloro che accolgono gli inviati da Dio come profeti, cioè coloro che dicono la Parola in una determinata situazione umana. Una perdita della ricompensa attende invece coloro che amano solo quelli che a loro volta li amano, coloro che esibiscono il loro comportamento come realizzazione della fede autentica, coloro che pregano, digiunano, soccorrono i poveri facendone propaganda.

La perdita della ricompensa è ovvia perché a costoro interessa di più il riconoscimento dei propri simili in una logica di scambio: una buona azione in cambio di un riconoscimento umano. La figura della ricompensa si riferisce invece allo spirito del dono che si caratterizza per l’elemento del segreto, cioè che si affida a Dio capace di vedere nel segreto. Coloro che sono pronti a vivere della gratuità e del dono ricevono la promessa di ricevere ancora molto di più di ciò che avranno dato.

Il contrario della ricompensa non è il castigo, ma l’esclusione dal Regno di Dio. Cioè la prassi contraria fa cadere fuori dalla promessa e dall’offerta fatte , di vivere dell’eccesso della gratuità, del dono e della fiducia. Siamo felici considerando che l’amore di Dio è incondizionato, cioè indipendente dalle nostre qualità. Questo fatto comprende l’invito a lasciarci attrarre dallo stesso movimento di gratuità e di dono.

 
   
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