Abbiamo potuto constatare nuovamente quanto Pietro sia importante nella Chiesa cattolica romana che afferma, basandosi sul famoso «tu sei Pietro», che Gesù avrebbe dato poteri particolari a Pietro (e ai suoi successori, ritenuti vicari, appunto, di Cristo) e che non ci possa essere vera chiesa se non cum et sub Petro. Nel quarto vangelo però il discepolo «che Gesù amava», il discepolo prediletto, benché innominato, non è Pietro, è un altro, identificato tradizionalmente con Giovanni. Anzi, in tutto il Vangelo c’è un’antitesi tra i due, una antitesi che trova forse la sua concentrazione maggiore proprio nella pagina finale. Sembra che il servizio pastorale di Pietro si estenda a tutti i discepoli («pasci le mie pecore») e quindi anche al discepolo amato, per cui la domanda di Pietro «E di lui che sarà?» sembra pertinente.
Ma la risposta di Gesù, che è anche l’ultima parola che Gesù ci ha lasciato, la parola finale, la ricapitolazione, il riassunto conclusivo di tutto e la prospettiva per il futuro, è ben diversa: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che te ne importa?». C’è un altro discepolo, anzi c’è l’altro discepolo, anche ora, quell’altro particolare discepolo prediletto che resterà, che rimane. L’altro discepolo non è sotto Pietro, anzi è del suo stesso rango, è testimone autentico e autorevole di Cristo, e la chiesa sa che la sua testimonianza è vera. La testimonianza di Giovanni, affidata alla sua chiesa e al suo Vangelo, rimarrà per sempre. E la sua testimonianza è quella di una chiesa strutturata nell’amore e nella fraternità che si confronta con quella della gerarchia e del dogma, che combatte la tendenza al dominio e al governo che sempre di nuovo tende a penetrare nella chiesa.
Però, se fosse solo per questo, per quanto importante e buono, sarebbe ancora poco, c’è dell’altro. Non è che Cristo se ne va e ci rimane Pietro (e il suo successore) o Giovanni (e la comunità fraterna). Ci rimane lo Spirito, non l’istituzione, né quella gerarchica, né quella democratica. Sarà lo Spirito l’unica guida della chiesa. Questa è la testimonianza di Giovanni. Nella figura di questi due grandi apostoli vediamo prefigurati due tipi di chiesa che già andavano delineandosi. Nelle chiese sorte dalla predicazione cristiana delle origini, accanto a quelle che riconobbero la guida dell’apostolo Pietro e che nel corso del tempo, con tutti gli sviluppi che conosciamo, hanno dato origine alla Chiesa cattolica, ce ne furono altre che sono esterne ed estranee a questa visione. Queste chiese non sono, né saranno, sub Petro, esse rimarranno per sempre «finché Egli ritornerà», e la loro testimonianza è vera: parola del Signore. Di questo bisogna prendere atto. Ci troviamo davanti a una delle pagine più alte del Nuovo Testamento.
(tratto da Riforma del 30 settembre 2005) |