«Poi Dio disse: “Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l’ampia distesa del cielo”. (quinto giorno). Poi Dio disse: “Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie”. Poi Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza” (sesto giorno)»
(Genesi 1/ 20, 24, 26) |
La Bibbia racconta che Dio dedicò solo il quinto e il sesto giorno alla creazione degli esseri viventi, mentre impiegò quattro giorni, vale a dire due terzi di tutto il tempo che volle dedicare alla creazione del mondo, per preparare un luogo adatto affinché la vita potesse apparire sulla terra. Lo scrittore della Genesi, malgrado non avesse conoscenze scientifiche moderne, intuì quanto tempo doveva essere passato prima che nell’universo potesse nascere la vita. Oggi sappiamo che i giorni della Bibbia corrispondono a miliardi di anni e che la vita è il risultato di una serie di cambiamenti, alcuni graduali e altri sporadici, responsabili delle forme e delle funzioni presenti in oggetti, organismi e sistemi naturali e artificiali. È questa l’idea generale dell’evoluzione biologica, a cui l’uomo ha sovrapposto l’evoluzione culturale.
L’ evoluzione biologica è una questione scientifica che a nostro parere non incrina affatto il valore teologico delle affermazioni bibliche ma c’è un’altra importante intuizione dello scrittore biblico: la relazione che Dio stabilisce con l’essere umano, tanto da renderlo simile a Lui. Si sovrappone infatti alla nostra evoluzione biologica l’evoluzione culturale negli ultimi centomila anni, che è molto più rapida di quella biologica e mostra, rispetto a questa, differenze fondamentali, come la trasmissione dei caratteri acquisiti durante la vita (vedi MicroMega n. 6, 2005, p. 207s.).
La questione scientifica di come si è sviluppata la vita sulla Terra fa parte del nostro patrimonio culturale e sarebbe un nonsenso sottrarla all’educazione delle giovani generazioni: come credenti possiamo asserire che non è una minaccia per la nostra fede. Per noi Dio come Creatore del mondo, è anche Signore della scienza. Il piano di Dio è quello di renderci simili a Lui attraverso l’esperienza della conoscenza del suo amore per noi: un amore che ci ha preceduto e che ci segue. Infatti: «Ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto» (1 Corinzi 13, 12). Il problema della conoscenza rivela il limite umano attraverso tutte le pagine della Bibbia per dirci che non siamo i creatori di quello che Dio ci ha donato, ma siamo stati creati come parte della natura che ci accoglie per essere rispettata e curata e «a somiglianza di Dio» e «per amare ogni essere umano come noi stessi.
Tratto da Riforma del 25 novembre 2005 |