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IL VANGELO OGGI
 
Debitori
di Claudio Pasquet

«Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge» (Romani 13, 8)

Siamo un mondo pieno di creditori. Tutti si aspettano che gli altri facciano qualcosa per loro, che abbiano più attenzioni, più gentilezza o più generosità. Se «gli altri» poi sono una istituzione allora tutto è davvero dovuto. Lo Stato deve darmi qualcosa e così anche la chiesa, le istituzioni e così via. Se poi qualcosa non funziona allora ci si indigna, però non con una protesta civile che a volte è sacrosanta. Ma ci si arrabbia con il primo che capita, magari con l'impiegato allo sportello delle poste o della banca. E così incontriamo nella società tante persone infuriate con l'universo mondo, incapaci di solidarietà, ognuno rinchiuso nel suo angolino a mugugnare per i torti subiti da quello che «gli altri» non ci danno e che ci sarebbe dovuto. Viviamo bene in questo clima di perenne tensione? Ovviamente no! Buona parte dello stress, malattia che uccide, è proprio da addebitarsi a questo stile di vita della giungla: tutti contro tutti e nessuno mai contento.

Scriviamo queste parole a pochi giorni dal conferimento del premio Nobel per la pace a un banchiere. Già questa è una notizia: banche e pace non vanno mai molto d'accordo, sono più facilmente associabili al traffico delle armi che garantisce dei bei profitti! Ma questo banchiere ha avuto una idea davvero pazza: fare dei prestiti a chi non può dare nessuna garanzia. Guardando intorno a sé tra la sua gente in Pakistan e in Bangladesh ha iniziato a fare dei micro-prestiti a migliaia di persone che hanno così potuto avviare dei piccoli commerci che li hanno tolti dalla fame. Prestiti fatti a persone che non potevano permettersi nulla e non avevano nulla da dare in garanzia: questo va contro ogni legge dell'economia. Le banche che conosciamo noi lo sanno bene. Ho già incontrato parecchi ragazzi «precari» senza il posto fisso che vorrebbero sposarsi o convivere, ma chi osa far loro un mutuo per la casa? Meglio essere dei creditori garantiti, piuttosto che fidarsi di potenziali debitori senza risorse.

Paolo ci sfida a sentirci tutti sempre debitori! Debitori dell'amore. Il cristiano, per quanto giusto e buono pensi di essere, non deve essere mai pago della sua capacità di dare amore. Ci si può e ci si deve sentire in debito, ma questo non è un insegnamento che alimenta il nostro senso di colpa, anzi «chi ama il prossimo ha adempiuto la legge». È una persona che fa tutto quello che si può fare e nell'amore trova senso alla sua vita e trova la giustificazione di Dio. L'amore riassume tutto ciò che può essere predicato, vissuto, fatto e realizzato, perché, come ci ricorda la prima epistola di Giovanni: «Dio è amore».

Insomma Paolo ci sfida a non fidarci delle leggi che sembrano eterne e immutabili. È più felice chi si sente debitore d'amore, piuttosto che chi si sente sempre creditore verso tutti. In una parola: smettila di lamentarti di quello che gli altri non fanno per te, e fai qualcosa per gli altri, sarai più felice!

Tratto da Riforma del 27 ottobre 2006

 
   
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